Ripartivamo dopo quindici mesi di stasi indaffarata. Presi e compresi da un’avventura che si sapeva come sarebbe iniziata, e poco più. E avevamo anche del ritardo: ascrivibile proprio a me, e a un bel po’ di problemi di connessione. Ce ne sarebbe stato abbastanza per pensare che la nuova avventura stava partendo sotto auspici negativi, ma nessuno ci ha fatto troppo caso: troppe cose cui pensare, troppi equilibri da creare, troppe idee da sviluppare, in quelle prime settimane di due anni fa.
Eravamo pochi, e speravamo di essere anche buoni a sufficienza (meglio pochi ma buoni, che pochi di buono); mossi dal desiderio di provare a credere in un progetto. Metterci in proprio per scommettere su noi stessi (e su tutti quelli che ci avrebbero volentieri raggiunto). Eravamo pochi, pochissimi: il nucleo iniziale era di una dozzina di persone, grossomodo.
Poi sono arrivati gli altri: all’inizio senza filtro, poi con maggior cura (e stiamo cercando di rifinirci ancora). Scrivere per MondoPallone è qualcosa di sofisticato, e noi ci teniamo: è una nostra bandiera, un nostro orgoglio (… e in qualche aspetto anche una scocciatura, vero). Qualcuno esegue meglio, qualcuno meno bene: ma tutti portiamo il nostro mattoncino.
In qualche misura, qualche pietra l’hanno messa anche quelli che se ne sono andati: a inseguire i propri sogni in altri lidi, differenti, con spazi e regole diverse. Non li biasimo di certo — anche se potrei parlarne per ore. Io sono contento così, noi siamo contenti così. Ma non è questo lo spazio per salutare chi ci ha voluto lasciare: semmai, dobbiamo pensare a chi e cosa c’è. Camminare per un sogno? No: noi vogliamo camminare per una realtà. Una realtà che compie 2 anni (più vecchia, quindi, della prima figlia di un caporedattore).
Due anni, due anni soltanto… all’inizio, ancora non si era palesato il nostro “esperto di idee” (qualcuna realizzabile e realizzata, le altre comunque in agenda), che sarebbe presto entrato in redazione; e che proprio grazie alla nostra redazione avrebbe scoperto cosa avrebbe voluto fare da grande. Poi ci sono quelli che MP ce l’hanno scritto nel nome: Michael Paci, Michele Pannozzo, Matteo Portoghese. Tre colonne, in tre modi diversi: grafico se ce n’è uno (l’immagine che correda questo articolo, ovviamente, è frutto suo), redattori (in ambiti differenti) gli altri due.
Ma oltre a questi particolari, c’è qualcosa che ci unisce: quello spirito di squadra, quel gioco d’insieme che si spende nella routine di tutti i giorni, oppure che si risveglia in modo straordinario nei momenti di difficoltà. Qualche settimana addietro, infatti, siamo passati per alcuni problemi tecnici riguardanti il nostro server, e nel giro di pochi minuti eravamo tutti informalmente riuniti, a cercare di saperne e capirne di più. (Per fortuna, niente di grave, anzi: si trattava proprio di manutenzione.)
E dietro a tutto questo ci sono due cose piene di vita: le mani, e il cuore. Le mani che instancabili battono sulla tastiera (per consegnare un articolo, per organizzare i lavori, per chiedere aiuto o un consiglio), il tocco di tutti, la pennellata di ogni singolo che crea il quadro d’insieme. Non si è mai soli, nella Rete; ma ci piace pensare comunque di essere un caso unico. Un caso che, dopo due anni, merita di essere istituzionalizzato: anche per questo abbiamo deciso di pubblicare il nostro manifesto editoriale (il link è raggiungibile anche in cima a ogni pagina): perché due anni sono più che sufficienti per darsi un’identità precisa e forte.
Non sappiamo dove saremo tra altri due anni, questo no; ma sicuramente sappiamo dove vorremo essere. E cioè, ancora dietro uno schermo, a raccontare lo sport e far vivere la nostra esperienza. Abbiamo le mani per scrivere, la testa per riflettere, e il tutto per formare il cuore di MondoPallone: quell’attaccamento che è di chi rimane, sempre e comunque, nei giorni buoni e in quelli meno. Abbiamo le mani per scrivere, il cuore per crederci: la strada è lunga, ma abbiamo gambe buone e voglia di continuare a camminare assieme.