Sul fronte stadi sembra finalmente muoversi qualcosa. Ieri la Lega Serie B e il suo presidente, Andrea Abodi, hanno stupito tutti, annunciando una proposta particolare che porteranno davanti alla Figc. L’idea è quella di obbligare le squadre ad avere uno stadio dedicato esclusivamente al calcio, senza piste d’atletiche o velodromi come nel caso del “Franco Ossola” di Varese. Una buona base di partenza verso quella necessità di rinnovamento degli impianti italiani, sempre più cari e più vuoti. Una tribuna attaccata al campo, in pieno stile inglese, permetterebbe una visuale decisamente migliore della partita, invogliando i tifosi ad abbandonare la poltrona di casa e a occupare i seggiolini dello stadio.
Bisognerà capire quanto possa essere realizzabile questa proposta viste anche le diverse situazioni di ogni squadra e i propri rapporti con il comune di appartenenza. Nel frattempo il premier Enrico Letta, forse spinto anche dalla volontà di riportare le Olimpiadi estive in Italia dopo oltre mezzo secolo di assenza, ha lanciato spiragli positivi verso l’approvazione della nuova legge sugli stadi, richiesta a gran voce da molti presidenti di club professionistici. Il rinnovo, però, non deve passare solamente dalla costruzione di nuovi stadi a misura di tifoso e per le famiglie, ma deve anche riuscire a risolvere l’annoso problema legato all’inciviltà di alcuni sostenitori, sempre più protagonisti della cronaca. I fatti di Salerno, una brutta pagina del calcio italiano, hanno dimostrato che gli strumenti adottati fino a questo momento non sono riusciti a risolvere del tutto la situazione e la decisione di impedire la trasferta ai residenti di Nocera determina le difficoltà del nostro sistema e l’insufficienza di strumenti come la tessera del tifoso e del biglietto nominale.
Riccardo Montolivo, ieri in conferenza stampa, ha fatto giustamente sottolineare che il problema è sociale e va combattuto con l’educazione attraverso un percorso serio a lungo termine che possa comportare miglioramenti in futuro. La parola adesso spetta ai vertici e ai massimi rappresentanti del calcio italiano con la speranza che non ci si fermi soltanto alle parole, ma si passi anche a fatti concreti.