Domenica scorsa, dopo aver segnato la rete decisiva nella finale della Champions africana, il giocatore dell’Al Ahly Abdul Ahmed Zaher ha fatto il “saluto delle quattro dita” caro ai Fratelli Musulmani e al deposto presidente Morsi. Inchiodato dalle immagini, Zaher è stato messo fuori rosa dal club e messo sul mercato. Facciamo una piccola carrellata di gesti che, per vari motivi, hanno suscitato polemiche e censura.
Insubordinazione – Giorgio CHINAGLIA
L’Italia debutta al Mondiale 1974 contro la matricola Haiti, da vice-campione uscente e con il record d’imbattibilità di Zoff ancora valido. La doccia fredda arriva al 46° minuto, quando Sanon infila il numero 1 italiano. Ma le successive reti di Rivera e Benetti ribaltano la gara. Al 70° Valcareggi sostituisce Chinaglia, poco in evidenza, con Anastasi. Il centravanti non la prende per niente bene e abbandona il campo ignorando tutto e tutti, gesticolando verso la panchina azzurra. Alcune fonti riportano erroneamente di un suo “gesto dell’ombrello” al C.T.: le immagini mostrano invece un reiterato gesto della mano destra come a dissociarsi con forza da quella decisione. La beffa per il giocatore della Lazio arriva quando il suo sostituto realizza il terzo gol. Chinaglia è furibondo e vuole lasciare il ritiro: Tommaso Maestrelli deve recarsi in Germania per calmare il suo campione che, dopo il rischio di rimpatrio anticipato, viene perdonato. Salta la seconda partita e gioca il primo tempo della disfatta con la Polonia. Il gesto resta clamoroso e storico.
Intimidazione – Rachid NEQROUZ
A fine anni ’90, un difensore marocchino fece una discreta figura in Serie A con la maglia del Bari. Il suo nome è Rachid Neqrouz. Presente con la sua Nazionale ai Mondiali 1994 e 1998, è giunto in Puglia proveniente dagli svizzeri dello Young Boys. Centrale di sostanza, abbastanza rude all’occorrenza sugli attaccanti avversari, venne pizzicato dalle immagini durante una gara contro la Juventus: il giocatore africano era intento ad esplorare le parti basse di Filippo Inzaghi.
Saluto proibito – Paolo DI CANIO e Giorgos KATIDIS
Nel 2005 il giocatore laziale Paolo Di Canio esibì per la prima volta il saluto romano in occasione di un derby vinto sulla Roma. Il gesto suscitò numerose discussioni e polemiche, ed il suo gesto inizialmente non subì conseguenze. Riproposto in altre partite dello stesso periodo, l’azione del giocatore portò a multe ai danni della Lazio e l’interessamento della FIFA. Ad alimentare la questione, le contrastanti dichiarazioni di Di Canio in momenti diversi circa il motivo del gesto e il fascismo.
Nel 2012 invece, il giocatore greco Giorgos Katidis (promessa del calcio ellenico) dell’AEK Atene fece il saluto romano dopo un gol al Veria. La censura fu immediata: nonostante le scuse di Katidis, la Federazione decise per il suo allontanamento a vita dalla Nazionale. Ora milita in Serie B nel Novara.
Premio Oscar al Miglior Attore Protagonista – Norbert MEIER
Buon centrocampista in gioventù con le maglie di Werder Brema e Borussia Mönchengladbach (16 volte nazionale e presente a Euro 1984), Norbert Meier macchiò la sua carriera di allenatore il 6 dicembre 2005: avvicinato testa a testa dal giocatore avversario Streit (Colonia), finse di aver ricevuto una testata – in realtà fu lui a colpire leggermente Streit – cadendo rovinosamente a terra. Le immagini televisive furono impietose e smascherarono la becera sceneggiata. Meier fu licenziato dal Duisburg due giorni dopo e squalificato dalla Federazione per tre mesi da ogni attività.
La legge dello sceicco – Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-SABAH
La Francia gioca la seconda gara al Mundial 1982 contro il Kuwait, alla prima e finora unica partecipazione iridata. Sul 3-1 per i transalpini, avviene il fattaccio: Giresse si ritrova davanti al portiere, senza essere contrastato, e batte comodamente a rete per la quarta segnatura francese. A questo punto si scatena la rivolta del Kuwait, i cui giocatori si sarebbero fermati dopo aver sentito un presunto fischio dell’arbitro. In realtà il fischio è arrivato dagli spalti. In tribuna è presente lo sceicco Al-Sabah, presidente della Federcalcio. La squadra si rivolge a lui per avere giustizia. Lo sceicco scende in campo e, minacciando il ritiro della squadra, ottiene l’annullamento del gol di Giresse tra l’ilarità dei francesi e l’incredulità del mondo. L’arbitro sovietico Miroslav Stupar viene immediatamente rimandato a casa e la sua carriera internazionale andrà in fumo. Per dovere di cronaca, all’89° la Francia segnò ugualmente il 4-1 con Bossis.