Gli addetti ai lavori già lo considerano il successo ma, come si dice a certe latitudini, il meglio deve ancora venire. È la Rugby League World Cup, la cui fase a gironi si è chiusa nella sera di lunedì, con la sconfitta della Francia contro Samoa, sul campo di Perpignan.
Dalla Gran Bretagna alla Francia, con un passaggio interessante sull’Irlanda: è una coppa itinerante, dove le nazionali e i loro entourage hanno vissuto a stretto contatto con le comunità locali, dove i tanti cittadini di origine straniera hanno avuto modo di abbracciare le loro terre d’origine.
Tutto molto bello il contorno, ma lo spettacolo vero lo ha offerto il campo: match spesso equilibrati, meno “cricket scores” che in passato, anche se le favorite hanno fatto davvero la voce grossa.
Tutto era iniziato il 26 ottobre e Cardiff, con l’Inghilterra capace di tenere testa ai fortissimi australiani, vincenti seppur in serata no. Poi la Coppa del Mondo ha scritto diverse storie, a partire da quella dei tre (su quattro) fratelli Burgess, in campo con la divisa dei Lions e determinati ad andare più avanti possibile.
Il girone A, composto da 4 nazionali, ha visto l’Australia chiudere a punteggio pieno, mentre gli inglesi vincevano con Irlanda e Fiji per chiudere al secondo posto. In particolare un’impressione di forza lo hanno dato le Fiji, piene di giocatori tecnici e atletici: il problema, contro Australia e Inghilterra, è che le partite durano 80′ e non sempre basta esserci, reggere il livello.
Paradigmatico, da questo punto di vista, il match di Huddersfield: davanti a 25mila spettatori, The Fiji Bati tiene un tempo, spaventa i padroni di casa, risveglia i fantasmi del passato. Dal riposo però gli inglesi escono rivitalizzati, spinti da un Hall stratosferico, dalla classe di Sinfield, capace di andare oltre qualche limite fisico. Il 34-12, maturato praticamente tutto nella ripresa, è la perfetta fotografia di dove gli inglesi pensavano, realisticamente, si sarebbero trovati finita la fase a gironi: poco sotto gli australiani, quasi al livello dei Kiwis, superiori alle altre squadre appena appena pigiando sull’acceleratore.
Pochi punti invece segnati, nell’arco dell’intero torneo, dall’Irlanda, che però vive una fase di transizione e aveva un roster inadatto al confronto con le tre blasonate avversarie: i 5mila di Limerick, abituale casa di Munster nel rugby a 15, sono un successo a metà. Perché 5mila in uno stadio così sembrano pochini, perché in fondo faceva tanto freddo, e anche perché a Dublino c’era Irlanda-Samoa di rugby union.
Nel girone B, l’ultimo a chiudere i battenti, la Nuova Zelanda ha praticamente concesso agli avversari solo un tempo, il secondo della sfida d’apertura contro Samoa. Con Sonny Bill Williams utilizzato col contagocce, ma devastante contro Papua Nuova Guinea, Johnson e compagni sono riusciti a far sentire a chiunque il gap di talento, senza battere ciglio e senza cali di tensione. Atteggiamento fondamentale, in tornei così lunghi, e da mantenere nella sfida dei quarti alla Scozia: Nuova Zelanda favorita, ma a Brough e soci non manca la faccia tosta.
Samoa s’è confermata la seconda forza del girone, nonostante la Francia giocasse in casa, in quella Perpignan dimora dell’unico suo club di Super League.
Contro individui come Vidot o Milford (promettente classe 1994 dei Canberra Raiders), la pur pregevole e compatta organizzazione di squadra dei Tricolores cedeva il passo alla forza fisica dell’avversario, più veloce in situazioni di campo aperto, avanzante nei placcaggi. Più volte, nel secondo tempo, la Francia è stata vicina ad impattare – anche per l’indisciplina dei samoani, che hanno concesso troppe penalità – ma gettare il cuore oltre l’ostacolo non sempre paga.
Ora il XIII di Richard Agar affronterà l’Inghilterra nei quarti, grazie al successo sulla Papua Nuova Guinea nel primo turno. Era finita 8-9 grazie al drop di William Barthau: 1 punto, che vale il biglietto per Wigan, per la sfida agli inglesi, in quella che sarà la rievocazione della storica finale della prima Coppa del Mondo, giocata a Parigi il 13 novembre 1954: 59 anni fa, fra i punti più alti della storia del rugby league francese.
Rimandati i papuani, il cui peccato originale è proprio la sconfitta di misura con la Francia. Quasi impossibile battere Samoa (4-38), proibitivo il confronto coi Kiwis (56-10), serviranno miglioramenti. Il prossimo inserimento di una franchigia papuana nella Queensland Cup (secondo step della piramide delle leghe australiane) promette tantissimo, e chissà che questa nazionale non brilli nelle prossime stagioni internazionali.
Per emergere dai gironi C e D e passare ai quarti occorreva un primo posto: missione compiuta da Stati Uniti e Scozia, con Italia e Tonga a casa nonostante prove a tratti entusiasmanti.
Interessantissimo il girone B, dove i Bravehearts hanno primeggiato con 5 punti, frutto di 2 vittorie e 1 pareggio. Concentrati e (in parte) fortunati con Tonga e Italia, gli scozzesi hanno dato un gran segnale al mondiale nella sfida contro gli USA, in un inter-group match che gli statunitensi affrontavano con già in tasca la qualificazione.
Forte il temperamento dei ragazzi di Steve McCormack, qualificati poi grazie alla vittoria di Tonga sugli azzurri. Ad Halifax, infatti, l’Italia si scontrava ripetutamente contro il muro tongano, perché gli isolani nonostante l’eliminazione aritmetica ce l’hanno messa tutta, difendendo ogni set come fosse una finale mettendo a nudo la differenza fisica fra le due nazionali. Piccolo passo indietro ma non sul piano della determinazione per il XIII di Carlo Napolitano, eliminato ma mai domo.
E la partita più grande s’è giocata (anche) in ospedale, con Cameron Ciraldo ricoverato con una lacerazione pancreatica in seguito a un tackle tongano, a testimonianza della fisicità di questa manifestazione. In bocca al lupo al vice capitano azzurro.
Girone D vinto infine dagli Stati Uniti, protagonisti assoluti con 2 vittorie nelle prime 2 uscite. Nell’ultima gara del raggruppamento, utile soprattutto come finale di consolazione fra squadre già eliminate, le Isole Cook hanno piegato il Galles, nonostante la rimonta del secondo tempo. Digiuno di successi per i Dragons.
Diamo ora uno sguardo ai quarti.
NUOVA ZELANDA-SCOZIA (Venerdì 15 novembre, Leeds). Non dovrebbe esserci partita, perché pur giocando nella Scozia molti giocatori di NRL e Super League, i Kiwis dispongono di materiale semplicemente troppo pregiato per non raggiungere (almeno) la semifinale. Però lo sport è fatto per sorprendere e certamente il pubblico di Headingley, abituale casa dei Leeds Rhinos, di imprese se ne intende: riusciranno Brough e Russel a far del male ai neozelandesi? Occhi puntati su Shaun Johnson, autentico fenomeno già designato come “nuovo Benji Marshall“.
AUSTRALIA-STATI UNITI (Sabato 16 novembre, Wrexham). Si gioca al Racecourse Ground, dove giocano i North Wales Crusaders, Championship 1 inglese. Sosterrà il pubblico gallese gli underdog oppure chiederà ai fenomeni australiani una vendetta del ko del 3 novembre? L’Australia ha sinora svolto il minimo sindacale con l’Inghilterra, vinto autoritariamente con le Fiji, dominato sulla povera Irlanda, ma chiunque indossi la maglia dei Kangaroos è chiamato a onorare 9 coppe del mondo, per magari rimediare alla storia sconfitta nella finale 2008 con la Nuova Zelanda. Non sono ammessi cali di tensione: questione di etica. Rientrerà Thurston, lasciato a riposo da Tim Sheen a Thomond Park.
FIJI-SAMOA (Domenica 17 novembre, Warrington). Lo stadio è bello, sa di sport britannico, ogni sabato si anima, con i canti dei tifosi dei Warrington Wolves a rendere unica l’atmosfera delle terraces. Nello stile del footie di una volta, in una delle culle di questo sport. Riusciranno Fiji e Samoa a scaldare il cuore del previsto tutto esaurito dell’Halliwell Jones Stadium? È sulla carta la partita più interessante, equilibrata, il match “da tripla” diremmo in Italia. Occhio ai duelli individuali, attenzione alle collisioni: chiedere a Irlanda e Francia, schiantate soprattutto sul piano fisico. Fiji leggermente favorite, ma pronostico apertissimo.
Girone A – Risultati e classifica
Australia-Inghilterra 28-20
Fiji-Irlanda 32-14
Inghilterra-Irlanda 42-0
Australia-Fiji 34-2
Inghilterra-Fiji 34-12
Australia-Irlanda 50-0
CLASSIFICA: AUSTRALIA 6, INGHILTERRA 4, FIJI 2, Irlanda 0.
Girone B – Risultati e classifica
Papua Nuova Guinea-Francia 8-9
Nuova Zelanda-Samoa 42-24
Nuova Zelanda-Francia 48-0
Papua Nuova Guinea-Samoa 4-38
Nuova Zelanda-Papua Nuova Guinea 56-10
Francia-Samoa 6-22
CLASSIFICA: NUOVA ZELANDA 6, SAMOA 4, FRANCIA 2, Papua Nuova Guinea 0
Girone C e D – Risultati
Tonga-Scozia 24-26
Scozia-Italia 30-30
Tonga-Italia 16-0
Stati Uniti-Isole Cook 32-20
Galles-Stati Uniti 16-24
Galles-Isole Cook 24-28
Galles-Italia 16-32
Tonga-Isole Cook 22-16
Scozia-Stati Uniti 22-8
CLASSIFICA girone C: SCOZIA 5, Tonga 4, Italia 3
CLASSIFICA girone D: STATI UNITI 4, Isole Cook 2, Galles 0
Quarti di finale – Programma
Australia-Stati Uniti
Samoa-Fiji
Inghilterra-Francia
Nuova Zelanda-Scozia