Tre vittorie di fila, nove punti. Non male come biglietto da visita per un tecnico che si sieda su una nuova panchina. Peccato che il tecnico sia uno dei tre (attualmente) migliori e più vincenti allenatori di tutta l’Olanda e la panchina non sia nemmeno nuova, per lui: l’AZ Alkmaar e Dick Advocaat si sono infatti riabbracciati il 16 ottobre dopo la consensuale separazione del giugno 2010 (curiosamente, il Piccolo Comandante ha rilevato il posto di Verbeek, a sua volta successore di Advocaat tre anni e mezzo fa).
La prima esperienza coi Fabbricatori di Formaggio non fu idilliaca: la squadra era Campione d’Olanda ma non seppe andare oltre a un deludente quinto posto e dunque il contratto del mister con i biancoarancio non venne rinnovato. Ora, nonostante l’esonero apparentemente assurdo di Verbeek, comunque costato la sconfitta col Groningen (probabilmente in pectore già dalla scorsa conclusione del campionato ma impossibile da attuare in virtù del successo in KNVB Beker e dunque messo in atto alla prima occasione utile) con una squadra a pochissimi punti dalla vetta, i fatti stanno dando ragione ad Advocaat e alla dirigenza, visto che il nuovo coach ha saputo issare lassù l’AZ donandole l’ulteriore continuità nei risultati che mancava.
Se infatti quest’anno i biancoarancio hanno avuto un difetto (perlomeno sotto l’egida Verbeek) è stato perdere troppi punti contro formazioni inferiori sulla carta vanificando le magnifiche imprese compiute contro le grandi. Pronti, via e il vecchio Dick ha cambiato le carte in tavola affossando il Cambuur e l’ADO Den Haag (oltre al più rinomato PEC Zwolle), realizzando 7 gol in tre partite e subendone uno solo.
Proprio la nuova resistenza a tenuta stagna della retroguardia è la piacevole novità della gestione di Advocaat: prima del suo arrivo, infatti, i gol presi erano ben 16 in 9 gare, quasi due a partita (e comunque la compagine era attorno al quarto posto). Se a una difesa così buona aggiungiamo anche un Jóhannsson che ha ricominciato a segnare a raffica, un centrocampo di nuovo convinto di sé e delle proprie potenzialità (in Eredivisie Viktor Elm, Martens e Gudelj non sono un lusso che chiunque si può permettere) e un Guðmundsson meno a corrente alternata di prima il gioco è fatto.
Durerà? Difficile saperlo, il problema dell’AZ è la totale mancanza di una panchina all’altezza, perlomeno in difesa (Marcellis, per esempio, è passato da essere uno dei migliori prospetti oranje a panchinaro fisso in appena tre anni). Tuttavia, magari con qualche sapiente ritocco nel mercato di gennaio e la definitiva consacrazione della squadra sull’altare di Advocaat, nel momento in cui il Piccolo Comandante abbia finito l’insediamento e sia passata l’adrenalina iniziale, e tutto può essere possibile.
Anche perché un’Eredivisie folle come quella di quest’anno non si vedeva da anni. Un po’ la stessa situazione di quando l’AZ Alkmaar vinse a sorpresa il suo ultimo scudetto…