Top e flop della decima giornata di Serie A
La Roma di Garcia continua a non sbagliare e centra la decima vittoria in dieci partite. Il Milan oltre ai fischi di San Siro ritrova il vero Kakà, il livornese Emerson vive a 33 anni la favola del primo gol (e che gol) in Serie A. L’abbaglio clamoroso di Calvarese costa caro a Cuadrado, Klose stranamente deficitario sottoporta.
TOP
Rudi Garcia: non poteva che essere lui, il tecnico dello storico record della Roma, l’uomo copertina. Decima vittoria nelle prime dieci giornate, mai nessuno ci era riuscito. Complimenti vivissimi. Dieci e lode. A lui e alla squadra che, partita tra mille perplessità, non sta sbagliando un colpo. Anche se per battere il Chievo ha faticato più del previsto.
Kakà: il suo ritorno sui livelli che gli competono è l’unica nota positiva per il Milan nel pareggio poco esaltante con la Lazio. Dopo il buon spezzone di Parma continua a progredire, segna un gran gol e ne sfiora altri due. Punta al Mondiale, dice. Se continua così è sulla buona strada.
Emerson: da premiare solo per lo stratosferico gol realizzato nel pirotecnico 3-3 tra Livorno e Torino. Segnare il primo gol in Serie A a 33 anni in quel modo non è roba che capita tutti i giorni.
FLOP
Gianpaolo Calvarese: ha preso fischi per fiaschi. Nel senso che anziché fischiare un rigore sacrosanto su Cuadrado, nettamente falciato da Inler, ha pensato bene di ammonire una seconda volta per simulazione e quindi espellere il colombiano, che verrà dunque squalificato. Un fiasco, appunto, quello dell’arbitro, che costerà caro alla Fiorentina e al giocatore.
Michael Agazzi: non è la prima volta da quando è iniziato il campionato che viene inserito nella parte meno nobile della rubrica. Il tonfo interno del Cagliari del Bologna viene “aperto” dalla sua respinta goffa che propizia la prima rete di Garics. Poco reattivo anche sul raddoppio di Konè. Insomma, non sta certamente attraversando un momento fortunato.
Miroslav Klose: è strano vederlo sbagliare così tanto sotto porta come ha fatto a San Siro. Vanifica le due occasioni a disposizione prima sbagliando banalmente lo stop solo davanti a Gabriel e poi con un esterno innocuo su un contropiede promettente. Stavolta ha lasciato a casa il suo proverbiale killer instinct.