ESCLUSIVA MP – Mattia Martini: “Firenze ha solo bisogno di far risultato”

La redazione di Mondopallone.it ha avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Mattia Martini, il giovane addetto stampa del Firenze Calcio Femminile, un uomo che da anni vive il calcio. Una chiacchierata aperta e informale sul calcio femminile, sul suo presente e sul suo futuro, con un occhio di riguardo a Firenze.

Buonasera Mattia Martini, lei è il nuovo addetto stampa del Firenze Calcio Femminile: come si è avvicinato a questa nuova esperienza lavorativa? Cosa porta con sè della precedente esperienza con la Real Aglianese?

L’amore per i colori viola e per questa squadra li ho sempre avuti nel cuore. Già dai tempi in cui ricoprivo questo incarico con la Real Aglianese seguivo con interesse la massima serie ma soprattutto il “Mio Firenze”, presenziando alle partite casalinghe e, quando era possibile, sostenendo la comitiva fiorentina anche in trasferta.
Il ruolo che ricopro attualmente è frutto di una serie di coincidenze che mi hanno portato ad accettare la proposta congiunta del Vice-presidente Roberto Orlandi e del Presidente Andrea Guagni. Una chiamata inaspettata ed impensabile, fino a poco tempo prima, per un ragazzo che si era limitato fino ad allora a vivere certi ambienti da tifoso ed appassionato e non da addetto ai lavori.
Ad Agliana devo molto. Porterò sempre con me il ricordo di una piazza che è stata una delle pietre miliari del Calcio Femminile Italiano e che mi ha dato la possibilità di mettermi in luce  esprimendomi con i miei articoli e le mie riflessioni.

Ha potuto osservare da vicino la realtà del calcio femminile nella massima divisione italiana. Molti pronosticano un passaggio a breve del calcio femminile nel mondo del professionismo in modo tale da alzare il livello delle squadre per essere competitivi soprattutto in Europa: lei cosa ne pensa?

Il professionismo è una situazione che, se resa concreta, porterà a mio parere grandi benefici.
Sicuramente vi saranno miglioramenti a livello societario in molte realtà, la visibilità aumenterà finendo su palinsesti televisivi di maggior caratura, gli spazi a disposizione verranno resi più efficienti e consoni ad una attività sportiva come il calcio femminile senza intromissioni o disturbi di terzi, gli staff si fregeranno di maggiori competenze e capacità ma soprattutto la maggior cura sul piano atletico e tecnico porterà ad un incremento della qualità nelle atlete. Logicamente tutto ciò avviene grazie all’immissione di capitali, non nascondiamolo…

Molti addetti ai lavori chiedono che le squadre della Serie A maschile si impegnino nella creazione di squadre corrispondenti anche nel settore femminile per poter così sfruttare il traino della popolarità di queste formazioni: lei cosa pensa di questa proposta?

Non posso dare una risposta ben delineata. Senz’altro questa presa di posizione porterebbe grandissimi miglioramenti a tutto l’ambiente, con immissioni come ho precedentemente detto di capitali e strutture  consone, però è doveroso tenere presente che il femminile dovrebbe mantenere una propria identità ed indipendenza per non rischiare di essere fagocitato dalla sfera parallela maschile.
Pongo in luce anche il fatto che molte società, provenienti da piccoli centri urbani, potrebbero essere tagliate fuori in ambito nazionale in quanto non sostenute da ambienti dalle consistenti possibilità economiche. Ricordiamo che Agliana nel 1995 fu Campionessa di Italia, presa per mano da una letale Carolina Morace, e se accadesse ciò espresso fino ad ora certe “Vittorie Piccole ma Grandi” resteranno solamente negli almanacchi del passato.

Ha potuto seguire le partite della Nazionale di Cabrini? Come valuta il movimento azzurro al femminile?

Essere su una panchina è sempre una sfida, un mettersi in gioco continuamente ma essere al comando di una Nazionale vuol dire essere costantemente sotto la lente di ingrandimento.
Attualmente il CT Antonio Cabrini sta intraprendendo una politica di ringiovanimento delle fila azzurre su di un cammino, come quello del Mondiale in Canada, impervio e minato da sfide ostiche,
Saranno il tempo ed i risultati ad avere voce in capitolo sul gruppo delle Azzurre che noi seguiremo con l’attaccamento a quei colori che più volte ci hanno regalato emozioni…

Veniamo al Firenze Calcio Femminile: dopo un primo impatto a dir poco tragico, il Firenze ora è chiamato alla riscossa contro squadre alla sua portata. Come crede reagiranno le ragazze a questo ciclo terribile?

Terribile? Quale ciclo terribile? Questo è il Calcio, una scienza del tutto inesatta. Giochi bene e puoi vincere in scioltezza viceversa imponi il tuo volume di gioco e la partita può essere decisa negativamente dall’unica occasione concessa all’avversario.
Firenze non è in questa spirale, Firenze ha solo bisogno di far risultato in quanto sta esprimendo un buon calcio, palla a terra, caratterizzato da un’imprevedibilità delle azioni offensive e di manovra.

Molti vedono in Alia Guagni la punta di diamante di questa squadra. Ci sono altre giocatrici che secondo lei meritano la ribalta per le loro caratteristiche?

Alia è una grande giocatrice: fisica, tecnica, intelligente calcisticamente. Ricordiamoci però che una grande punta è sorretta da una grande squadra che la mette in condizione di segnare o far segnare.
Alia è la finalizzatrice ma è il gruppo unito il vero “campione” della formazione toscana.

L’ultima domanda: dove crede possa arrivare quest’anno il Firenze Calcio Femminile?

Firenze è una piazza che ormai si è affermata in Serie A. Non ci poniamo limiti, nel mondo del pallone tutto è possibile ma siamo coscienti che il nostro primo traguardo è la salvezza.
Una volta centrata tutti i punti conquistati saranno frutto di un lavoro di squadra e di un ambiente unito, caratterizzati dalla voglia di competere esprimendo le proprie potenzialità.