Tra le squadre che si contenderanno un posto per l’Europa che conta, dall’anno scorso, c’è anche la Fiorentina: una squadra che si era persa, scivolata addirittura in Serie C2 dopo il fallimento, ma che adesso si è ritrovata grazie al proprio allenatore Vincenzo Montella. Proprio quel Montella che, quando la viola era scivolata nell’oblio, aveva già vinto uno scudetto da giocatore con la Roma, quella squadra che oggi si appresta a combattere nel tentativo di raggiungerla in classifica.
Sognare è lecito, specie se stai facendo benissimo e hai il tuo miglior giocatore (almeno sulla carta) fuori. Mario Gomez si può dire che non abbia nemmeno iniziato l’esperienza in Toscana, seppur abbia già trovato i suoi primi gol sotto la Fiesole, ed è questo il valore aggiunto di Montella: la rinascita di Giuseppe Rossi in fondo non era così impossibile, considerando quanto bene aveva fatto l’attaccante prima di quei due gravissimi incidenti di gioco. Straordinaria, invece, è la qualità che la Fiorentina riesce a mettere ogni settimana in campo, e per questo i meriti vanno divisi con Pradè e Della Valle: loro ci hanno messo la testa e i soldi, l’aeroplanino volante, invece, ogni settimana riesce a far spiegare le ali a una squadra che, onestamente, è sempre un piacere guardare e commentare nonostante il mio cuore non sia tinto di viola.
Il tiqui-taca applicato al calcio italiano, ossia tanto possesso, tanta mole di gioco e tante azioni ma, nonostante tutto, anche qualche ripartenze in contropiede: in fondo siamo pur sempre nel Paese del catenaccio, e Montella sa benissimo che lo scudetto, in Italia, non si vince senza una grande difesa. Poi diciamocelo chiaro e tondo, avere un centrocampo così aiuta e pure tanto: Pizarro a dirigere l’orchestra partendo da dietro, Borja Valero a tutto campo a punire le difese avversarie con tagli mai banali e, infine, quell’Aquilani che in maglia viola ha ritrovato lo spunto dei bei tempi giallorossi.
Non sarà facile replicare la stagione passata, quando Jovetic e Ljajic trascinarono la Fiorentina a un passo dalla Champions League, sfumata soltanto a pochi minuti dalla fine dell’ultima di campionato: adesso i due hanno fatto le valigie, ma al loro posto ci sono uno scatenato Giuseppe Rossi e, per l’appunto, quel Mario Gomez che tutto il Mondo aspetta di vedere in azione con continuità.
Senza sbilanciarmi troppo, sono abbastanza sicuro che la Fiorentina proverà ad attaccare sin dalle prime battute, nella speranza di indirizzare la partita in discesa e non dover rincorrere, come avvenuto contro la Juventus.
Un pubblico così non può che entusiasmare i giocatori in campo, e la consapevolezza di essere più forte dell’avversario spesso si rivela più decisiva rispetto all’esserlo per davvero: essere Viola dalla rabbia, in fondo, nel calcio potrebbe non essere proprio un male, specie se sul petto mostri con orgoglio il Giglio, il simbolo di una città meravigliosa che da anni aspettava di avere una squadra competitiva per i primi tre posti. Per volare, però, servirà anche l’ex Bayern Monaco al 100% della forma: nessun problema, in fondo in panchina c’è chi di voli se ne intende…