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No, non noi. Non siamo noi che chiudiamo: per fortuna, in questo mondo in cui emergere è sempre più difficile, MondoPallone si sta confermando una bella realtà, un piccolo grande miracolo. A spegnere le luci è purtroppo Sportitalia: l’avrete letto in questi giorni, l’avrete sentito dire, ne avrete parlato al bar e con gli amici, e purtroppo è tutto vero. La tv sportiva che dall’oramai lontano 2004 trasmetteva in chiaro eventi provenienti da ogni angolo del mondo chiude i battenti. O meglio, si trasforma.

Cambierà nome e sede, ha già cambiato i proprietari, cambierà il modo di fare televisione. E chiude un’era, un’era fatta di sport vissuto con passione e divertimento, di calcio giocato e parlato, di dirette, di Superbowl, di Eurolega, Nba, di calcio italiano ed estero, di motori, tennis, golf. Chiude una redazione che per chi ha avuto l’onore di viverla da dentro è stata come una famiglia, perché in quel di via Tazzoli, a Milano, ovunque andavi trovavi qualcuno con cui scambiare due chiacchiere, fare una battuta, trascorrere momenti di allegria tra una diretta e una telecronaca.

Sportitalia è stata una tv che ha aperto la strada a un modo diverso di fare giornalismo. Ha fatto da nave-scuola a tanti professionisti che oggi popolano le maggiori televisioni italiane, negli anni ha saputo farsi largo tra la folla, sgomitando e restando in piedi nonostante crisi e concorrenza provassero a metterla in ginocchio.

Tante le soddisfazioni ottenute: i picchi di ascolto durante il calciomercato, la marea di gente attaccata allo schermo durante le dirette di basket e di Nfl, del campionato argentino e di quello francese; l’eccellente lavoro svolto quotidianamente dalla “redazione del 24”; esemplare, inoltre, la preparazione dello staff tecnico a partire dalla regia, passando per l’emissione, fino ad arrivare a coloro che “basta una chiamata al 444” e li vedevi correre per risolverti la situazione. Che poteva essere grave, come un servizio che non passava in regia a due minuti dalla messa in onda, oppure una fesseria come… le casse spente magari, e tu lì con la faccia da mammalucco a chiederti perché l’audio non lo sentivi.

Queste e tante altre cose, da oggi, non ci saranno più. Anzi, ci saranno ma sotto una forma diversa, alternativa. “Si chiude”, dunque, come da titolo. “Si” come Sportitalia, come quel loghino che per una decade si è intrufolato tra un programma e l’altro, nelle tv di tutto il Paese.

“Si chiude”, ed è impossibile essere felici, nonostante a breve ci sarà una nuova partenza. Tanti volti, tante voci troveranno sistemazione altrove, forti del loro incommensurabile talento. Tante figure professionali proveranno a svilupparsi e a non arrendersi, nonostante una situazione che per molti risulta palesemente difficile da gestire. L’ottimismo, però, non dovrà mai mancare, la fiducia nei propri mezzi dovrà sempre esserci. Mollare mai, neanche un centimetro, e aggredire il futuro con grinta, carattere, determinazione; forti di una convinzione comune: possedere grandi capacità, quelle grandi capacità che la quasi totalità di una redazione gloriosa ha dimostrato di possedere in dieci anni di onorata carriera.