Home » Il Crotone di Drago verso un sogno chiamato Serie A

Ma il cielo è sempre più blu… Allo stadio “Ezio Scida” di Crotone la celebre canzone di Rino Gaetano è l’inno ufficiale della squadra pitagorica. Quest’anno, mai come prima, il cielo è davvero sempre più blu a Crotone. I calabresi, infatti, sono una delle rivelazioni di questo avvio di cadetteria e, sorprendentemente, si trovano in quarta posizione, in piena zona play-off: per una società che non ha mai assaggiato la Serie A si tratta, senza ombra di dubbio, di un vero miracolo sportivo.

UN DRAGO IN PANCHINA – Eppure, qualche anno fa il Crotone si era avvicinato all’olimpo. Ma, a poche giornate dal termine della stagione, crollò sul più bello. Era il campionato 2009/2010, e i rossoblù, guidati da Lerda, giunsero all’ottavo posto (miglior risultato di sempre), a pochi punti dal Cittadella sesto, che si aggiudicò gli spareggi promozione per la massima serie. Era il Crotone dei Morleo, dei Bonvissuto, dei Cutolo. Quattro stagioni dopo, la squadra è molto diversa. Certamente, più competitiva. In panchina c’è Massimo Drago, che di quel Crotone 2009/2010 era collaboratore tecnico. L’attuale allenatore pitagorico è certamente uno che sa il fatto suo. Negli ultimi anni i rossoblù hanno cambiato tantissimo, con flotte di giovani spediti dalle grandi squadre e con un gruppo quasi sempre da rifare e da amalgamare. Eppure il tecnico, crotonese d.o.c., è sempre riuscito a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori, centrando due salvezze e, quest’anno, portando la squadra a livelli mai visti prima.

IL SEGRETO DI ALTERNARE – Merito anche dei ragazzi a disposizione. Se tra i pali gioca un Gomis (Torino) eccezionale, quasi un gatto da come si muove, la retroguardia può contare su un mix di esperienza e gioventù con gente come Del Prete, Mazzotta, Abruzzese, Ligi e Prestia. A centrocampo regnano i piedi buoni di Dezi e Crisetig, fiori all’occhiello delle giovanili di Napoli e Inter, con Romanò (Bologna) e Cataldi (Lazio) altri giovanissimi interpreti di alta scuola. Non manca l’irruenza e la grinta, con un eccellente senso del gol (tre reti) di Matute. In attacco ecco Torromino, cinque gol, e Pettinari, quattro marcature; il reparto può contare anche su Ishak, Bernardeschi, Bidaoui e De Giorgio, tutta gente che ha già infilato la porta almeno una volta. Perché la forza di questo Crotone sono proprio le alternative. Drago ha mischiato tantissimo le carte, pardon gli uomini, in queste prime gare: il credo è sempre il 4-3-3, ma gli interpreti variano spesso e volentieri, con esiti, come si è visto, più che soddisfacenti. E chissà che, anche per questo, i calabresi non possano sognare quella Serie A mai sfiorata prima d’ora…