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Una Champions di leoni. E di campioni

Ci esaltiamo con poco. Che volete farci? D’altronde, dinanzi a certi capolavori si rimane di stucco, attraversati da un’insolita scarica d’adrenalina, pur rimanendo seduti comodamente in poltrona. Un po’ quello che si prova davanti a un quadro famoso, a un paesaggio naturale o a una bella ragazza. Chi ama il calcio, si scalda per molto meno, figuriamoci dinanzi a questo spettacolo.

A poco più di un mese dall’inizio della fase a gironi di Champions League e dopo tre partite giocate, è già tempo di tirare le prime somme. Delle italiane abbiamo già parlato: da tifosi del calcio nostrano, siamo passati dall’esaltazione azzurra e dalla moderata soddisfazione rossonera, alla delusione bianconera, condita da un pizzico di rammarico per una partita persa, sì, ma non stra-persa, e per delle leggerezze commesse che, a questi livelli, si sa, si pagano sempre a caro prezzo.

Ma tralasciando per una volta le vicende delle squadre di casa nostra ed elevandoci al rango di osservatori attenti e appassionati, non possiamo negare che il livello di gioco fin qui dimostrato è qualitativamente alto e per palati fini. Anche se la presenza di gol in una partita non è necessariamente sinonimo di spettacolo, le 53 reti messe a segno in due giorni di partite (20 martedì e 33 mercoledì) sono un bel biglietto da visita per questo sport.

Oltre alle solite grandi (su tutte, Bayern, Real e Barcellona), accogliamo nell’élite del calcio europeo due piacevoli sorprese come l’Atlético Madrid e il Paris Saint-Germain. Queste due squadre, assieme proprio al Real Madrid e al Bayern Monaco, sono le uniche a punteggio pieno. Quattro colossi calcistici trascinati da altrettanti campioni: Cristiano Ronaldo, Zlatan Ibrahimović, Franck Ribéry e Diego Costa. Uomini da copertina, campioni che nobilitano questa edizione della Champions League.

Partiamo proprio dallo svedese: 6 gol nelle ultime due partite giocate, quattro contro il malcapitato Anderlecht. Di tacco, di opportunismo o di potenza, Ibra segna in tutti i modi, tanto da offuscare i 64 milioni spesi dal Psg per Cavani. La terza rete contro i belgi è un mix di potenza e precisione di rara bellezza: destro al volo dagli oltre trenta metri e palla all’incrocio. Da vedere e rivedere.

Poi c’è Cristiano Ronaldo, che non ha certo bisogno di presentazioni. Se il Real ha battuto la Juve, il merito, oltre che di Chiellini, è di CR7. Qualche numero, forse, rende meglio l’idea: 7 gol nelle prime tre gare di coppa, 216 marcature in 211 presenze con la maglia dei blancos. Disarmante la freddezza e la rapidità con cui ha superato Buffon per il momentaneo 1-0 del Real contro i bianconeri. Un alieno con le scarpette da calcio.

A proposito di velocità d’esecuzione, che ne dite del terzo gol del Bayern, il secondo personale di Franck Ribéry, contro il Viktoria Plzeň? Il numero 7 bavarese ubriaca di finte due difensori avversari e poi pensa bene di scavalcare il portiere con una sorta di cucchiaio di esterno destro. Geniale quanto efficace. Una bella ipoteca per il probabile futuro Pallone d’Oro.

Infine, un volto nuovo. Diego da Silva Costa, centravanti brasiliano di passaporto spagnolo (e, per questo, conteso da Scolari e Del Bosque) in forza ai colchoneros di Madrid, ha ingranato la quinta. E ora chi lo ferma? Venti gol nella passata stagione, dodici in altrettante partite in quella in corso. Un centravanti dalla forza esplosiva, vedere per credere il suo primo gol contro l’Austria Vienna. Anche l’Atlético, in quanto ad attaccanti, pare ne capisca.

Fermiamoci qua, riguardiamoci questi capolavori dieci, venti volte. Poi sarà nuovamente Champions e chissà che non sia il turno di chi è ancora in letargo. Bale, Neymar, Balotelli, Van Persie, Higuaín. Li conoscete?