Il duro comunicato della Juve Stabia
In un momento cosi’ delicato della stagione calcistica, in cui la parte buona della tifoseria ha dimostrato il proprio attaccamento alla squadra, era quasi scontato che le “solite” penne velenose continuassero a spargere discordia e profezie nefaste al solo fine di destabilizzare un ambiente che ha la consapevolezza di avere la forza di uscire da questa situazione di classifica. State tranquilli, non saranno certamente poche righe scritte, a quattro o piu’ mani, ad ostacolare il lavoro e la passione di questa Società, ed allora la domanda nasce spontanea: perché diffondere questo comunicato stampa? La risposta è presto servita. Questa società si sente in dovere di mettere le cose in chiaro anche e soprattutto per tutelare l’interesse di chi ama veramente la Juve Stabia. Un amore figlio di vera passione e non di meri interessi “mediatici”. Nel leggere l’ennesimo “simpatico” articolo pubblicato su una testata locale in data odierna, la stessa testata che negli ultimi dieci giorni ha elencato una serie di possibili allenatori adatti alla Juve Stabia, apprendiamo con stupore che è stata trovata la “chiave dell’acqua”. Ci stiamo interrogando tutti su come mai le vespe siano, attualmente, all’ultimo posto della classifica in serie B, ed invece la soluzione era molto piu’ semplice di quanto si pensasse.
Sapete come si esce dalla crisi? Ecco la panacea di tutti i mali. Secondo due illustri e preparati cronisti, basterà: “richiamare i vecchi amici, stringere nuove alleanze e – udite, udite – ritrovare i vecchi partner anche mediatici”. Bella soluzione, complimenti, ma è pittoresco e da presuntuosi pensare che i risultati sportivi di una squadra dipendano anche da un accordo non rinnovato con un vecchio media partner. Un’analisi giornalistica degna di tal nome non può essere legata a questo ed è quasi offensivo, a nostro modesto avviso, propinarla ai sostenitori della Juve Stabia ed agli stessi lettori, che meritano maggiore rispetto. Da tali affermati giornalisti ci si attenderebbe di piu’. E’ troppo facile sparare nel mucchio, prospettando soluzioni ma dimenticando di fare nomi. Sul nome di chi sia il vecchio media partner non ci sono dubbi. Quali sono, invece, i vecchi amici che bisogna ritrovare? Risulta così difficile, in un articolo a doppia firma, esporre la propria opinione fino in fondo ed uscire allo scoperto? Abbiamo a che fare con degli innominabili (anche se non pensiamo che ce ne siano nel mondo del calcio) oppure è piu’ comodo, e sicuramente meno rischioso, agire in questa maniera poco deontologica? Agli attenti e appassionati tifosi delle vespe l’ardua sentenza. Un altro aspetto non chiaro nell’articolo pubblicato quest’oggi e’ quello relativo al ruolo del presidente: sarebbe superfluo rispondere anche su questo tema, ma meglio sgombrare il campo da equivoci: è lapalissiano che un Presidente (in tutti i campi e non solo sportivi) è a capo o meglio “presiede” il proprio sodalizio, ergo, comanda e non deve avvertire la necessità di ribadirlo ad ogni intervista. Ciliegina sulla torta la questione relativa agli aspetti tecnici. Chi segue da vicino le sorti della S.S. Juve Stabia sa benissimo che da quando Piero Braglia è allenatore delle vespe, nel suo staff c’è sempre stata la presenza di due preparatori atletici e nessun cronista, in passato, si era chiesto chi dei due stabilisse le tabelle degli allenamenti. Oggi, invece, diventa argomento di discussione ed una possibile causa della crisi dei risultati, dimenticando che vittorie e sconfitte sono figlie di un lavoro di gruppo, di uno staff unito che si è sempre assunto le responsabilità nel bene e nel male. Sull’opportunità di avere undici leoni pronti a dare l’anima nella gara contro l’Empoli, siamo certi che chi sarà prescelto da mister Braglia sarà in grado di onorare la maglia che indossa, cosi’ come riteniamo che la presenza in panchina del nostro condottiero possa servire per fare invertire la tendenza alla nostra stagione. Per uscire dalla crisi serve l’aiuto di tutti, serve avere pazienza, serve credere in quello che si fa, serve costruire e non distruggere alimentando voci e chiacchiere tipiche di un bar.