Chieti Calcio Femminile: intervista a Giulia di Camillo
Pubblichiamo come Redazione l’intervista a Giulia di Camillo, centrocampista del Chieti Calcio Femminile con il vizio del gol.
Raccontaci come è nata la tua passione per il calcio.
Sicuramente la mia passione per il calcio è nata grazie a mio padre. Vive di calcio fin da giovanissimo ed era inevitabile raccogliere da lui questa passione per lo sport, a mio parere,più bello del mondo. Ho iniziato all’età di 5 anni con i maschietti e da lì posso parlare di una sostanziale crescita, che tra alti e bassi, mi ha vista approdare anche fuori dall’Abruzzo e dall’Italia.
In che ruolo giochi?
Sono centrocampista centrale. In questa stagione,precisamente, mediano davanti alla difesa.
Ti ispiri a qualche calciatore?
Si. In passato a questa domanda rispondevo sempre Daniele De Rossi, per il ruolo che rivestiamo e perché è sicuramente un giocatore eccellente, ma con il tempo ho maturato una grande ammirazione per Francesco Totti. Non lo ammiro solo per il piede d’oro che ha, ma anche per l’uomo che è fuori dal campo, per come ama la propria maglia, per la sua umiltà. Credo proprio che sono questi i valori a cui bisogna ispirarsi maggiormente. Seguendo tantissimo il calcio e avendo stima di diversi calciatori, cerco di prendere il meglio da ognuno di loro.
Che persona sei dentro e fuori dal campo?
Sono sicuramente umana. Sono ambiziosa, determinata e anche molto seria. Amo stare in mezzo alla gente ma amo anche i miei momenti di solitudine, fanno bene anche quelli.
Data la tua forte personalità,pensi che all’interno di un gruppo sia importante limare alcuni aspetti del proprio carattere per “quieto vivere”?
Bisogna sempre essere se stessi ma stare in un gruppo significa anche limare alcuni aspetti del proprio carattere per quieto vivere. Lo scorso anno sono arrivata come uno tzunami.Volevo inculcare la mia mentalità a tutti, forse ho esagerato. Mi sono un po’ isolata dal gruppo, ma non l’ho fatto volutamente. Purtroppo studiando a Firenze e lavorando tra Roma, Firenze e Milano ho sempre la testa impegnata e tra un viaggio e l’altro non riuscivo a curare anche quelli che erano i rapporti all’interno del gruppo. Questa stagione l’ho iniziata cercando di integrarmi di più nel gruppo,perché è fondamentale. Spero tanto di riuscire a far vedere ogni giorno di più che non sono solo allenamento, studio e lavoro ma so anche divertirmi e stare insieme!
Parlaci della tua esperienza fuori dall’Abruzzo.
Avevo 16 anni quando ho deciso di andare a giocare fuori. Sono stata due anni a Perugia militando in serie A2 e riconquistando la Nazionale ma questa volta con il gruppo Under 19. Poi sono passata a Siena, sempre giocando nello stesso campionato ma coronando il secondo anno in bianconero con la vittoria del Campionato e conquistando la Serie A. Giocare fuori mi ha fatto fare tanta esperienza e sono felice di aver riportato i migliori insegnamenti ricevuti a Chieti, per poter fare bene e per poter scrivere un pezzo di storia anche qui nella mia città. Chieti merita tanto e io voglio onorarla sempre.
Pensi che condividere il “calcio” con tua sorella vi abbia aiutate?
In gran parte penso proprio di si. Sicuramente condiziona su determinati aspetti ma su altri è un grosso aiuto. E’ sangue del mio sangue e qualsiasi cosa debba condividere con lei per me è prima di tutto un piacere. Quando siamo andate fuori dall’Abruzzo mi ha fatto da seconda mamma e io non lo dimenticherò mai.
Un goal che ricordi con più piacere? Se si,a chi lo hai dedicato?
Ho siglato goal importanti, che hanno permesso vittorie fondamentali e che hanno permesso salvezze nei play out. Ma quella che ricorderò per tutta la vita è senz’altro la rete che ho segnato alla Lazio nella prima partita di Coppa Italia in questa stagione. Era un goal che avevo promesso e che dovevo fare a tutti i costi e l’ho fatto. L’ho dedicato a mia Nonna Maddalena, persa due giorni prima della partita. Lei mi aveva chiesto di battere la Lazio, lo abbiamo fatto e sono sicura che da lassù abbia esultato.