Torniamo, a distanza di tempo, sulla Grand-Final della Super League. Ha vinto Wigan, trionfando davanti al numeroso pubblico di Old Trafford, Manchester, la casa dello United.
Il luogo è sacro, totalmente devoto al rugby league, oltre che al football. La particolarità anche linguistica è che per la gente del nord dell’Inghilterra (oltre che di Queensland e New South Wales, Australia) football indica entrambi gli sport. Con buona pace dei puristi, che lì devono sdoppiarsi.
Non deve essere male allora abitare a Wigan e seguire il football a tuttotondo. Vuol dire avere, nelle bacheche del DW Stadium, la bellezza di tre coppe. Niente male, ad esser franchi: se nella stessa città convivono FA Cup, Challenge Cup e il trofeo della Super League, non mancano i motivi per cui ordinare una pinta dopo l’altra.
Certo, non è sempre facile: chiedere ai tifosi più accaniti dei Latics, che alla gioia del trionfo sul ricchissimo Manchester City in coppa d’Inghilterra hanno accoppiato la delusione per la retrocessione in Championship. Paradosso dello sport di Sua Maestà, dove le coppe si aprono perennemente alle sorprese, è che ora un club di seconda serie giochi in Europa League: magari battendo 3-1 il Maribor, giusto per far parlare di sé.
Ma torniamo al rugby league, scopo delle dissertazioni periodiche su questo sito, alla scoperta di uno sport poco noto alle nostre latitudini ma entusiasmante una volta che si entra nella mentalità. La finalissima del campionato inglese l’hanno vinta i Wigan Warriors, protagonisti di un’irresistibile double stagionale grazie alla vittoria della Challenge Cup, a Wembley. Lo stadio della FA e quello del Manchester United, due luoghi simbolo di una nazione e certo anche di un club blasonato e ricco di storia come i Cherry & Whites.
E dire che in finale Warrington aveva iniziato meglio, a parte la mancata espulsione di Ben Westwood, che qualche colpo proibito in cambio l’ha pure ricevuto. La partita s’è fatta dura minuto dopo minuto, con Wigan attenta a non franare laddove l’inerzia diceva Wolves. Una volta passata la bufera, Sam Tomkins e soci sono stati straripanti e lì Warrington non ci ha capito più niente. Set dopo set, la doppietta di trofei in stagione prendeva forma e la premiazione finale, oltre che consegnare agli almanacchi lo splendido 2013 del XIII di Shaun Wane, regalava ai Roosters un avversario autentico per il World Club Challenge 2013.
Niente male allora, per la finale di una competizione prossima al restauro ma sempre gagliarda e garanzia di spettacolo. Che non mancherà, sempre in Inghilterra (con tappe anche in Galles, Irlanda e Francia), nella Coppa del Mondo ormai in dirittura d’arrivo.
Steve McNamara, per la (quasi) impossibile sfida all’Australia gran favorita, ha chiamato i migliori inglesi impegnati sotto l’Equatore, insieme ai più talentuosi giocatori della Super League.
Giocheranno insieme rappresentanti di Wigan e Warrington, dopo una finale così fisica e così intensa: tutto gira intorno a Tomkins (che poi traslocherà in NRL), ma in Nuova Zelanda e Australia giurano di non essere preoccupati…
Super League XVIII – Grand Final
Wigan Warriors-Warrington Wolves 30-16