So’ tornato
A volte ritornano. Francesco Totti ha deciso di tornare grande in una notte un po’ particolare, contro quell’Inter che tante gioie gli ha negato in carriera, in particolare nell’era Spalletti. Nell’esultanza in occasione dei due gol non si può non notare un sorriso che va oltre la gioia di aver segnato un gol importante contro una squadra che, alla vigilia, appariva comunque tra le più solide del campionato. C’è molto di più, c’è tutta la rabbia di un giocatore dato per finito troppo presto, sia per colpa degli infortuni sia per un paio di stagioni giocate, come il resto della Roma d’altronde, al di sotto delle proprie possibilità: ma vedendolo adesso, però, viene da chiedersi se la colpa fosse veramente tutta sua, e magari non di altri.
In quel sorriso sornione sembra quasi suggerire, sotto voce, che è tornato giovane, pronto a trascinare i suoi compagni all’ennesima avventura vincente della sua vita. Lui direbbe molto più semplicemente “So’ tornato“, in un romanesco tanto spontaneo quanto diretto ed efficace; efficace come i suoi gol, 230 gioielli che hanno fatto gioire la sponda giallorossa di Roma in più d’una occasione. Ma quelli li ha sempre fatti, anche quando in molti lo davano per finito: attenzione a dare per spacciato un professionista come Totti, che per la maglia della Roma continuerà a dare il 100% sino al giorno del suo ritiro. Anzi, anche dopo, visto che Pallotta gli ha offerto un contratto quinquennale dopo il ritiro: immaginarlo già adesso in giacca e cravatta, però, è fantascienza.
La stessa che da sempre mostra in campo, grazie a una visione di gioco straordinaria che gli permette davvero di fare col pallone quello che vuole. Che sia un assist, un colpo di tacco o un tiro al volo di sinistro sotto l’incrocio non importa, tanto con quei piedi non c’è problema, basta solo chiedere. Ditelo a Florenzi, un giocatore che grazie agli spazi aperti dal suo capitano sta vivendo un sogno: non solo quantità a centrocampo, ma anche un istinto offensivo fuori dal notevole, con l’Inter che è già tra le sue vittime preferite (tre gol ai nerazzurri).
Nella partita di sabato scorso c’è tutto di Francesco Totti: un gol fantastico che sblocca una partita che, forse, si stava indirizzando sui binari nerazzurri (almeno nei minuti precedenti alla rete), un rigore trasformato con freddezza e qualità e, infine, una giocata splendida in mezzo a tre maglie interiste che lancia il contropiede del 3-0. E poi pressing, corsa, coperture, voglia di lottare su ogni pallone come un 18enne qualunque: quasi dovesse dimostrare ancora qualcosa ai miscredenti.
Quanti altri giocatori possono fare la differenze in questo modo e a questo livello a 37 anni? Pochi, pochissimi, anche se il ricordo non può che andare a un altro campionissimo che con il capitano giallorosso ha condiviso molto nella sua carriera: ovviamente mi riferisco ad Alessandro Del Piero, eterno numero dieci bianconero, scaricato ingiustamente da una società che, successivamente, ha deciso di sostituirlo con Nicklas Bendtner.
La Roma non compirà lo stesso errore, per fortuna: e chissà che, nel futuro prossimo di Francesco, diciamo nel 2014, oltre all’assalto al tricolore, non ci sia un viaggio in Brasile. A ripensarci, in effetti, l’ultima volta con la maglia azzurra non andò proprio malissimo…