Lezioni di NFL: la Cover 2
Con i 51 punti segnati contro i Dallas Cowboys i Denver Broncos sono riusciti a vincere la partita della scorsa domenica. 51 sembrano tanti (lo sono), ma la maggior parte degli analisti era concorde nel dare ai Broncos un vantaggio offensivo del genere.
Come forse saprete la squadra di coach John Fox ha comunque dovuto sudare per portare a casa la vittoria, ma la cronaca della partita non ci interessa. Interessa di più capire perchè quei 51 punti erano, per usare una parola forte, scontati.
Nel 1996 il capo allenatore dei Tampa Bay Buccaneers era Tony Dungy. Egli era coadiuvato da Monte Kiffin, che svolgeva il ruolo di coordinatore della difesa. Kiffin utilizzò lo schema difensivo di Dungy, la cosidetta Cover 2, nei suoi anni ai Bucs, che si conclusero nel 2008. Nel frattempo Dungy andò ad Indianapolis, dove divenne nel 2002 capo allenatore. In quei Colts giocava Peyton Manning, che quindi dal 2002 al 2008 si allenò contro la Cover 2 negli undici contro undici delle sessioni settimanali.
In NFL non esiste la pratica di adattarsi ai giocatori che si hanno negli schemi, in difesa soprattutto. Pochi mesi fa Monte Kiffin è stato assunto dai Cowboys come coordinatore della difesa ed ha portato con sè la Tampa 2, leggera variante della Cover 2 di Dungy. Quando domenica ha visto arrivare Peyton Manning all’AT&T Stadium, Kiffin è probabile abbia pregato che l’ex Colts non seppellisse i suoi sotto una valanga di touchdown, visto che quest’ultimo conosce a menadito il suo schema difensivo e sa esattamente dove lanciare per sfruttarne le debolezze.
Preghiere non ascoltate, 4 touchdown su passaggio e 51 punti.
Ma in cosa consiste la Cover 2? In pratica i due difensori più arretrati (safety) si dividono la parte profonda del campo a metà, e pattugliano tale area. I cornerback (difensori esterni) rallentano i ricevitori esterni con un contatto (bump) e poi rimangono corti nel tentativo di fermare altri ricevitori che raggiungono quella zona di campo, mentre i linebacker proteggono il centro del campo, oltre a dover aiutare le due safety in caso di lancio sulla media distanza.
E cosa ha fatto Denver per sfruttare lo schema difensivo avversario? Ha corso molto, in modo da incutere timore ai linebacker che si sono avvicinati alla linea della palla manmano che la partita andava avanti. Ciò ha aperto molto campo per Manning (la zona tra linebacker e safety), che ha iniziato a colpire sulla media distanza con ottima continuità.
Esistono molteplici schemi difensivi, che sfruttano o meno le caratteristiche dei giocatori della squadra coinvolta. Come già spiegato in un’altra lezione sulla difesa (trovate il link sotto), il passaggio da uno schema all’altro si chiama transizione e richiede un lavoro di scouting (osservazione prospetti universitari o giocatori della squadra stessi) molto approfondito. La capacità dei giocatori non è essere più forte o più veloci ma saper giocare uno schema alla lettera piuttosto che un altro.
Nell’analisi di una partita bisogna tenere conto dell’esperienza degli avversari contro il tuo modulo e agire di conseguenza. Non si può cambiare modulo in corsa, ma quantomeno capire cosa l’attacco vuole combinare e modificare leggermente alcuni atteggiamenti sul campo in modo da arginarlo.
Per questo gli allenatori sono così importanti e per quello i loro nomi vengono ricordati tanto quanto quelli dei giocatori. Se Monte Kiffin domenica avesse arginato in qualche modo i Broncos staremmo parlando di un capolavoro.
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