Rugby Championship 2013: All Blacks ancora campioni, Argentina ultima
Non regala novità, almeno a livello di classifica finale, il Rugby Championship 2013. Uno degli eventi più succulenti della stagione rugbistica internazionale ha rispettato il pronostico, con la Nuova Zelanda nuovamente prima e l’Argentina relegata all’ultimo posto.
Dopo l’allargamento del torneo da 3 a 4 squadre (superato il vecchio Tri Nations), si sapeva che i Pumas avrebbero avuto bisogno di alcuni anni per adattarsi. Prendere le misure con il livello delle big, abituarsi a una stagione internazionale nuova e intensa.
Come accaduto all’Italia all’epoca dell’ingresso nel Sei Nazioni, occorre guardare al lungo periodo e non strettamente alle edizioni 2012 e 2013 del maggior torneo di rugby union dell’emisfero. Giocare contro i migliori forgia i talenti, abitua a certe sfide e crea piattaforme tecniche di crescita in prospettiva: l’impressione è però che all’Argentina manchi del materiale umano, nella dimensione semiprofessionistica in cui versa il campionato locale. Non va trascurato il dettaglio che nessun club argentino giochi attualmente nel Super Rugby.
Parliamo sempre di gente di qualità, intendiamoci. Abbastanza quest’anno per far tremare un Sud Africa bruttino eppure vincente, lo scorso 24 agosto, in quel di Mendoza (17-24), o per cedere di una sola lunghezza (14-13) al Subiaco Oval di Perth contro gli Wallabies, invero non nel loro miglior periodo. Un po’ poco per reggere il confronto quando l’avversario rispetta le aspettative e non delude le attese: le battute d’arresto di Johannesburg (73-13) e Rosario (17-54 dall’Australia) impressionano, non in bene.
Se i Pumas, ancora pesci fuor d’acqua nel mare dello sport d’elite sotto l’equatore, vanno rimandati, preoccupazione desta l’Australia. Nazione dove il codice rivaleggia da sempre con league e Aussie Rules, nazionale in fase di transizione dopo il ko nella serie coi B&I Lions, il cambio di guida tecnica, il tormentone Quade Cooper. Resta la vittoria larga registrata, nell’ultimo turno, all’Estadio Gigante de Arroyito (abituale casa del Rosario Central, ndr), grazie all’hat-trick di Israel Folau, prototipo dell’atleta a tutto tondo, al terzo sport in carriera. Tanta carne al fuoco, in verità: occorre lasciare che Ewen McKenzie, ex Stade Français e Queensland Reds, lavori sereno. Nella consapevolezza di un divario che, rispetto a All Blacks e Springboks, è netto.
Chi sta bene è certo il Sud Africa, secondo con 4 vittorie e 2 sconfitte. Entrambe contro la Nuova Zelanda, squadra semplicemente perfetta: l’idea che, probabilmente, Sonny Bill Williams cambierà nuovamente codice e si metterà a disposizione del XV di Steve Hansen è la ciliegina su una torta già dolce, ben dosata, succulenta. Ai sudafricani restano le conferme dei recenti progressi, il secondo posto nel ranking mondiale e l’ottimismo in vista della Coppa del Mondo 2015.
Per il resto, di questi tempi, per battere gli All Blacks occorre essere una big, incontrarli fuori forma (cosa rara), fare la partita della vita, sperare in bene.
Rugby Championship 2013 – Ultima giornata
Sud Africa-Nuova Zelanda 27-38
Argentina-Australia 17-54
CLASSIFICA FINALE: Nuova Zelanda 28, Sud Africa 19, Australia 9, Argentina 2
http://www.youtube.com/watch?v=giisjklk9oc