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“Ma non ha senso!” penserete, leggendo il titolo.

È ovvio che non abbia senso rispondere così a una domanda del genere. Lo sanno tutti: le risposte, per essere sensate, devono restare attinenti alle domande. Anche perché fosse stato vero il contrario avremmo preso 30 e lode a tutti gli esami universitari che abbiamo fatto.

Purtroppo per noi, però, non funziona così.
Sarebbe stato bello se alla domanda “Che cosa si intende per Capitale di Funzionamento?” all’esame di Economia Aziendale avessimo potuto rispondere “La Roma di Garcia è una grande squadra ed è tra le pretendenti al titolo”, peccato che se l’avessimo fatto non avremmo preso nemmeno il canonico “diciassette e due figure” (che non è nient’altro che un diciotto stiracchiato, modo di dire caro ai frequentatori del gioco di carte chiamato “sette e mezzo”).

Deciso che il titolo di questo editoriale non ha senso, dovremmo riuscire a far capire questo concetto anche all’allenatore della Juventus, al secolo Antonio Conte da Lecce, due volte campione d’Italia, attualmente campione in carica e fresco vincitore del Derby della Mole contro il Torino con il risultato di 1 a 0.
Un solo gol, bastato ai giocatori della squadra del mister pugliese per portarsi a casa i tre punti.
Un solo gol, ma viziato da una posizione di fuorigioco di Tévez.

Lungi dalle nostre menti ipotizzare chissà quale complotto o malafede dei direttori di gara, altrimenti non saremmo nemmeno qui a discutere e scrivere sul gioco del calcio.
Però, come è normale che sia, è un evento che balza all’occhio, specie se sommato a un altro evento altrettanto sfortunato (per i direttori di gara) successo sempre a vantaggio della Juventus mercoledì sera a Verona.
E, per questo motivo, riteniamo normale che uno o più addetti ai lavori chiedano al signor Conte di commentare l’accaduto.

Quello che non riteniamo normale, e da qui il titolo di questo editoriale, è la risposta dell’allenatore della Juventus: “Gol in fuorigioco? Immobile andava espulso”.
Eh, e quindi? Anche se fosse vero — e non vogliamo entrare nel merito delle decisioni arbitrali facendo una sorta di moviola scritta — che senso ha rispondere così? Perché sviare il discorso cercando di trovare un errore anche a proprio svantaggio?

Il comunicato del Torino, in risposta alle dichiarazioni del mister bianconero, è stato molto chiaro e, se vogliamo, anche brutalmente ironico.
Noi non ci schieriamo, non ci buttiamo in mezzo alla mischia.
Ma ogni tanto sarebbe bene, anche e soprattutto per abbassare i toni e per far rilassare un ambiente già teso di suo, riuscire a rispondere con un pacifico “Sì, è vero. C’è stato un errore a nostro vantaggio” senza il doversi mettere per forza sulla difensiva e ritenere ogni domanda fatta nei post-partita come un attacco diretto.

“Prof, lo ammetto. Non so cosa sia il Capitale di Funzionamento. Ho sbagliato a non studiare. Ma ieri sera ho visto la Roma di Garcia ed è un capitale che funziona a meraviglia”.
Meno male che il calcio non è solamente parole.