De Laurentiis e la questione stadio: “O San Paolo o costruisco a Caserta”
Parole di fuoco quelle del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Intervenuto ai microfoni di Radio KissKiss, il massimo dirigente partenopeo ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla questione stadio, con possibili retroscena clamorosi.
“Mercoledì chiederò al sindaco di vendermi lo stadio. Sono molto preoccupato perché il sindaco ha detto che me lo vendeva, ma non credo che con i tempi biblici con i quali gestiscono le cose saranno in grado mercoledì di dirmi la cifra per cui vendermelo. Mi diranno che non sarà possibile a causa del Consiglio Comunale e quant’altro ancora. A quel punto salirò in auto, andrò dal sindaco di Caserta, troverò l’accordo e dal 2 gennaio inizierò la costruzione. Non ho lanciato una bomba, sono solo una persona seria e operativa. Questo presidente che non si è mai tirato indietro e che ha investito i propri soldi vuole fare le cose serie. Se resto a Napoli non voglio più sentire discorsi all’italiana. In tal caso vado a Los Angeles che è la mia seconda casa, resto lì, e il calcio ve lo fate da soli. Se il sindaco dice che non ha i poteri per fare una cosa, che dia le dimissioni. Così come il prefetto, il questore. Basta con questa mentalità!”.
Su Benitez e il pareggio contro il Sassuolo di mercoledì sera: “Sassuolo? Non bisogna preoccuparsi per un pareggio. Sono degli incidenti di percorso che devono capitare. Non dico possono, ma devono. Si vive molto da tifosi giustamente, però è normale che un allenatore che ha preso sette gol la partita prima e che rischia l’esonero cerca di non far giocare la squadra avversaria. Il turnover non è un computer che ti sistema tutto perfettamente ogni volta. Soltanto con la calma si vincono le scommesse. Titolarissimi da noi come Real Madrid e Barcellona? Messi detta le sue leggi al Barça così come Cr7 le detta al Real Madrid. Da noi è diverso. Qui c’è democrazia, soprattutto il concetto di società d’impresa sposato a pieno dall’allenatore. Higuain? Non possiamo pensare che i giocatori abbiano il cervello vuoto e che siano incapaci di ragionare. Un giocatore che non capisce l’importanza della panchina è un idiota. L’importante è vincere. E’ la squadra che gioca e vince, non è il singolo”.
fonte: eurosport.com