Walter Mazzarri è molto soddisfatto della sua squadra, e lo ha dimostrato nel postpartita di Inter-Fiorentina: “Siamo stati poco cinici nel primo tempo, considerando anche l’atteggiamento offensivo della Fiorentina. Dovevamo essere più bravi a sfruttare quegli spazi; dobbiamo stare attenti, però, perché la Fiorentina è stata brava a ripartire in contropiede, non ci hanno fatto male partendo palla al piede da dietro“.
E’ innegabile che Mazzarri abbia trasformato una squadra logora mentalmente nella scorsa stagione, ma il tecnico sembra di non preoccuparsi molto di questo aspetto: “Non faccio confronti col passato, parliamo delle partite. Abbiamo avuto cinque minuti in cui siamo stati frastornati, come contro la Juventus dopo il gol di Icardi. Questo non deve accadere, perché ho delle ricette semplici: fiducia negli schemi offensivi, serenità in quelli difensivi. Mi sembra di essere stato coerente, vista la crescita dei ragazzi dalle prime amichevoli“.
Sinora c’è stato poco turnover, e forse non è proprio facile tenere sulla corda giocatori che sapranno di non scendere in campo: “Faccio capire che conta la squadra. Chi parte dall’inizio e fa bene con la squadra, probabilmente viene riconfermato. Gli altri devono essere bravi a farsi trovare pronti: ho un progetto tattico ben definito da 12 anni, è normale che quando gli automatismi cominciano a funzionare serve cambiare il meno possibile. La squadra ha dato risposte molto positive, i ragazzi che vorrebbero giocare sanno che la squadra va prima di tutto. Kovacic giocherà col Cagliari, serve fare un po’ di turnover in ogni caso perché giochiamo ogni tre giorni: sta a lui dimostrare di essere migliore rispetto a chi ha giocato prima“.
Il caso Guarin, per il tecnico livornese, non esiste e non lo è mai esistito: “Nel momento peggiore della partita il ragazzo ha fatto due o tre errori che mi hanno costretto a toglierlo: torniamo al discorso fatto prima sull’interesse della squadra. Si è assunto la colpa, ma deve fregarsene di quello che succede fuori dal campo: è in una piazza importante, con un pubblico abituato a vivere ai vertici. Se vuoi stare in una grande squadra deve crescere mentalmente e avere la personalità di fregarsene di tutto e tutti. Per me è già passata“.
C’è una costante in questo inizio di campionato nerazzurro, ossia che l’Inter non sembra iniziare le partite con il piglio giusto, escludendo l’exploit di Sassuolo: “Diamo il merito alla Fiorentina, è difficile pressarla e fare il proprio gioco. Nel calcio moderno il valore della squadra avversaria va considerato, però è anche vero che durante l’arco della partita abbiamo fatto cose buone e momenti di difficoltà, che spesso ci siamo creati noi stessi. Abbiamo avuto delle fasi nei novanta minuti, dobbiamo lavorare sulla costanza: abbiamo subito la Fiorentina in alcuni tratti della partita, non siamo ancora quelli che voglio io“.
Nella ripresa è entrato Icardi al posto di Milito, l’eroe di Sassuolo al ritorno in campo dopo sette mesi: “E’ un problema di condizione, Milito non è ancora al livello della squadra. Dal punto di vista tecnico è superiore a chiunque perché ha uno spessore e un’esperienza diversa: nel finale, se non avessimo raddoppiato, sarebbe entrato anche lui. La squadra cerca di darmi retta alla lettera, tutti quanti fanno convinti quello che gli propongo: non è una cosa scontata e mi gratifica molto. Non puntiamo allo scudetto, voglio solo far tornare l’Inter competitiva il più presto possibile. La Fiorentina può vincere il tricolore, ha le sue idee e lo stesso allenatore dell’anno scorso, colui che li ha quasi trascinati in Champions League”.