La Sghimberla del lunedì – I bad boys del calcio
Balotelli è o non è un cattivone? Nel suo indolente ciondolare sul terreno di gioco, con quel sorrisone sardonico sempre dipinto in volto – che solo la faccia di Ljajic te le tira di più dalle mani – il muscolosissimo corazziere azzurro è da sempre considerato l’icona del badboyismo calcistico. Eppure, cosa di cui non molti sembrano rendersi conto, le mattane di Balotelli – in confronto a ciò che il calcio ci ha regalato fino a oggi – sono da considerarsi al pari di quelle del bambino di otto anni che non ha detto al parroco di aver rubato tutta la Nutella.
Proprio così: il buon Supermario, croce di tutti gli allenatori e delizia di tutti i giornalisti, non ha inventato granché. Certo, a volte è un po’ discolo, ma prima di lui ne sono state combinate così tante che, se Balotelli vorrà entrare davvero nella lista dei bad boys, dovrà darsi molto più da fare. E noi, per evitare di girarci i pollici, abbiamo raggruppato 8 tra le più folli mattane di un (vero) bad boy su un campo di massima serie (e abbiamo evitato quelli minori, dove succede di molto peggio), con tanto di squalifica.
8° posto: Marco Materazzi
Come tralasciare il buon Matrix in una classifica del genere? Riscattatosi con il gol nella finale mondiale 2006 dalla propria collezione di femori strappati agli avversari, l’ex nerazzurro ne ha combinata una grossa nel 2004, quando riempì di botte il collega Bruno Cirillo, dopo averlo preso in giro da bordo campo durante tutta la partita urlando a Kily Gonzales: “Dribblalo che quello è scarsissimo!”. Cirillo (che dopo il ritiro confesserà di voler iniziare la propria carriera di pornodivo) apparve alle telecamere conciato come Dan Peterson dopo aver detto “pirla” a Mike Tyson. E Materazzi si beccò 2 mesi di squalifica.
7° posto: Aredio Gimona e Ivano Blason
Dite la verità: non sapete nemmeno di chi stiamo parlando! Eppure non sottovalutateli, perché questi sono stati due eroi dei propri tempi. Ivano Blason, per esempio, in qualità di giocatore della Triestina degli anni ’40, si beccò 6 mesi dalla FIGC per un colpo di genio durante la partita col grande Torino, quando tirò un cazzotto all’arbitro. Considerando che quest’ultimo si chiamava Piselli, probabile che Blason avesse ormai finito gli sfottò. Il meglio, però, lo sfoderò Aredio Gimona. Probabilmente frustrato per avere un nome che gli ha certamente causato diverse feroci prese per il culo fin da infante, il buon Gimona nel 1950 spezzò letteralmente una gamba a Pesaola della Roma. Vinse una squalifica a vita, poi commutata in 11 mesi di stop.
6° posto: Mark Bosnich
Chi non ricorda il vecchio portiere australiano che tanta ilarità regalò in Premier League negli anni ’90? A molti tornerà in mente la sua squalifica per doping nel 2002 (9 mesi, uno in meno lo vinse Rio Ferdinand per essersi “dimenticato” il controllo antidoping), quando vestiva la maglia del Chelsea, ma forse qualcuno in meno rammenterà di quando, nell’Aston Villa, lanciò un bel saluto nazista ai tifosi ebrei del Tottenham. Ceduto in fretta e furia al Manchester United, fu allontanato dopo poche partite dal tecnico Ferguson e quando apparve ai microfoni se ne lamentò pure: “Mi ha cacciato perché ho simpatie naziste!”. Eh… eh… Sir Alex… queste cose non si fanno!
5° posto: Paolo Di Canio
Cattivo da paura, il lazialissimo Di Canio sta a Balotelli più o meno come Alien sta agli Orsetti del Cuore. Su Di Canio ne potremmo dire tante, ma perché rivangare? Basta ricordare la sua squalifica di 11 giornate, ottenuta per aver spintonato l’arbitro Alcock durante Sheffield Wednesday-Arsenal. Ma avrebbero dovuto squalificare pure Alcock, perché oltre ad averne combinate di tutti i colori fece pure una sceneggiata circense, rotolando all’indietro come se Di Canio fosse un Super Sayan. Tanto che lo ritrovarono a Barnsley, a 15 km di distanza dallo stadio di Hillsborough.
4° posto: Luis Suarez
Recentissima e indimenticabile la perla di uno dei giocatori più stupidi di tutti i tempi. L’uruguaiano, che già ne aveva combinate di cotte e di crude in passato, ha pensato bene di mangiare Branislav Ivanovic, cominciando dalle braccia. Grazie a questo gesto di affettuoso cannibalismo, lo scienziato del Liverpool ha vinto una squalifica di 10 giornate e l’obbligo di ricomprare un braccio a Ivanovic, a proprie spese. Quest’ultimo, dal canto suo, da quel giorno in poi si chiamerà Sbranislav.
3° posto: Robbie Fowler
Cattivo ma con stile, Fowler fu in realtà un incompreso del calcio. Si scontrò per prima cosa con l’ottusità di un arbitro che, il 22 marzo del 1997, nella partita fra Liverpool e Arsenal, gli fischiò un rigore inestistente a favore. Il buon Robbie cercò in tutti i modi di convincere l’arbitro che Seaman non l’aveva nemmeno toccato, ma quando un arbitro inglese prende una decisione, si sa, la cambia soltanto se appaiono Michael J. Fox e il suo amico Doc su una Delorean grigia. Fowler fallì appositamente quel rigore, e fu piuttosto paraculo, perché lo sbagliò quel tanto che bastava per far segnare un compagno di squadra sulla ribattuta e vincere lo stesso il premio Fair Play. In compenso, due anni dopo, venne multato di £60.000 per aver sniffato la linea di fondo campo. A cui vennero aggiunte altre £32.000 per aver detto a Le Saux che era gay.
2° posto: Joey Barton
Qui entriamo già nella leggenda. Barton è l’emblema di cosa NON bisognerebbe insegnare a un ragazzino di 8 anni che approccia il calcio. Cattivo, indisponente e tanti altri aggettivi che purtroppo ho dovuto cancellare perché avrebbero in parte screditato il nostro sito, il vecchio Joey ne ha combinate così tante che non sapremmo da che parte cominciare. Certo, la sua squalifica di 12 giornate quando giocava nel QPR resta il trofeo più importante. In quell’occasione innescò un megarissone alla Bud Spencer con avversari fra cui c’era anche lo stesso Balotelli. Ma come dimenticare quando mostrò il sedere ai tifosi dell’Everton dopo aver segnato l’1-1?
1° posto: Eric Cantona
Impossibile scalzare il grande Eric dal gradino più alto quando si parla di bad boys. Se già soltanto avessimo preso tutti i 9 giocatori citati, avessimo fornito loro un numerino progressivo da 1 a 9 e li avessimo messi di fronte a una vecchietta, in stile “riconoscimento” dei polizieschi americani, assegnandole il compito di “scegliere il più cattivo guardandoli in faccia”, di sicuro la vecchia si sarebbe fermata di fronte a Cantona e in preda al panico avrebbe urlato: “Lui! Lui!”.
Il suo trofeo di cattiveria, Cantona lo vinse nel 1995, quando la federazione britannica gli comminò una squalifica di 9 mesi più un giorno di carcere e 120 ore di servizio sociale (non oso immaginare di essere il vecchietto a cui l’hanno assegnato come accompagnatore). Durante una partita fra United e Crystal Palace, infatti, Eric si lanciò su un tifoso avversario con un doppio calcio rotante carpiato che per pochi millimetri non lo decapitò di netto. L’arbitro non poté fare niente, perché in realtà Cantona era già stato espulso: anche cercando freneticamente nelle tasche non riuscì a trovare niente di più minaccioso del proprio cartellino rosso, se non una foto di sua moglie in costume da bagno che però evitò di tirare fuori per non far incazzare ancora di più Cantona.
Ovviamente i giornalisti si gettarono a pesce su questa storia e i tabloid inglesi stamparono di tutto sul buon (si fa per dire) Eric, il quale qualche giorno dopo completò l’opera con un colpo di genio che mai – a memoria d’uomo – fu emulato nel mondo del calcio. Organizzò una conferenza stampa e ai giornalisti che si assiepavano coi microfoni puntati disse solo le enigmatiche parole che potete godervi nel video qui sotto. Poi sparì. Balotelli, a confronto, è praticamente la fatina dei dentini (che vi ha spezzato Cantona).