Un mercoledì (e non solo) da leoni

Alzi la mano chi ha memoria, recente s’intende, di una settimana di coppe così rosea per le squadre italiane. Forse, non accadeva dagli anni ’90, decade ormai mitica in cui il calcio italiano dettava legge in Europa: il Milan di Sacchi e poi di Capello alzava al cielo la sua quarta e quinta Coppa dei Campioni in faccia a Steaua e Barcellona, dopo averle ricoperte di gol; la Juve, guidata da Alex Del Piero, vinceva Champions e Intercontinentale. E persino la bistrattata Inter, trascinata dal Fenomeno Ronaldo, si aggiudicava la terza coppa Uefa nel giro di 7 anni, superando in finale un’altra italiana, la Lazio di Nesta, Nedvěd e Mancini. Ma il calcio italiano in Europa faceva paura non soltanto per la presenza delle solite grandi squadre, anche le provinciali, infatti, si rendevano protagoniste di cavalcate memorabili: dal Torino di Scifo e Lentini, al Vicenza di Luiso e Zauli, passando per il Cagliari degli uruguaiani o il grande Parma, vincitore della Coppa Uefa nel 1994-95 e nel 1998-99.

Bei tempi quelli. Dall’anno 2000 in poi, uno strano millennium bug ha colpito le squadre italiane mandandole in tilt: a parte sporadiche imprese (su tutte quelle del Milan di Ancelotti e dell’Inter di Mourinho), i nostri club hanno dimostrato enormi difficoltà nello scrollarsi di dosso questa sindrome europea. Onestamente, abbiamo perso il conto delle figuracce rimediate negli ultimi anni, magre figure che hanno cambiato la percezione che le principali realtà calcistiche del continente avevano nei confronti del nostro calcio. Basti pensare che la Juventus, che detta legge in Italia, si è presentata ai nastri di partenza della Champions League 2013-14 come “semplice” outsider, il Milan continua a godere di un bonus prestigio per i successi passati e il Napoli, in fase di sorteggio, è stato inserito in quarta fascia, insieme a Viktoria Plzeň, Copenhagen e Austria Vienna.

Ma il vento sembra soffiare diversamente negli ultimi tempi. Per carità, non ci siamo dimenticati che l’Udinese, fiore all’occhiello del calcio del Belpaese, è stata mestamente buttata fuori dall’Europa League dallo Slovan Liberec, o che due “grandi” come Inter e Roma guardano le coppe dal divano di casa. Ma è innegabile che qualcosa sta cambiando, che si intravede uno spiraglio di luce in lontananza. Ce ne accorgiamo quando ascoltiamo 80 mila persone al San Paolo intonare ‘O surdato ‘nnammurato per celebrare la vittoria contro i vice campioni d’Europa del Borussia Dortmund, o quando a San Siro un Milan fortemente rimaneggiato, seppur a fatica, mette in cascina tre preziosissimi punti contro il Celtic. Vittorie come queste, che giungono in periodi di crisi per via degli infortuni e per le poche idee di gioco, sono il segnale che il vento sta davvero cambiando. Unica nota stonata è la Juventus, che evidentemente non ha ancora superato la sindrome del 2000 e, come nella passata stagione, non va oltre l’1-1 in Danimarca contro un avversario inferiore. Chiaramente, nulla è compromesso e confidiamo che anche la Vecchia Signora possa intraprendere il cammino delle colleghe italiane.

Infine, un cenno all’Europa League. È proprio su questo terreno che abbiamo riportato le sconfitte più pesanti del recente passato e, se vogliamo, quelle più inspiegabili (è facile giustificare una sconfitta contro il Barcellona, meno un’eliminazione contro il  Thun o due pareggi contro il Lech Poznan o, ancora, un passivo di 2-0 contro il Debrecen, per fare solo alcuni esempi). Messa da parte la delusione per l’uscita anticipata dai giochi dell’Udinese, guardiamo con fiducia al futuro grazie alla Fiorentina, che nonostante le assenze pesanti di Gomez e Cuadrado si aggrappa a Pepito Rossi e supera il Paços Ferreira, e alla Lazio, che in attesa del derby, si regala i primi tre punti europei contro il Legia Varsavia. Avversari abbordabili? Niente affatto. Noi italiani sappiamo che di facile in Europa non c’è nulla. A allora continuiamo su questa scia, riprendiamoci il posto che ci compete e aspettiamo la prossima settimana da leoni. Con l’acquolina in bocca.

 

Published by
Francesco Cucinotta