Tutti sul carro, forse

Orgoglio. La parola chiave di tutto questo è decisamente orgoglio, perché in questi giorni c’è voluta l’impresa di dodici giocatori per ricordarci quanto è bello essere italiani: nello spirito, nell’intraprendenza, nell’arroganza di non sentirsi mai inferiori a nessuno, anche in condizioni tecnico-tattiche particolarmente avverse. E così, come un fulmine a ciel sereno, ci ritroviamo ai quarti di finali di Eurobasket 2013.

La nazionale con più defezioni in termini di organico, con meno muscoli e chili sotto canestro e, probabilmente, con meno talento degli ultimi anni ha raggiunto livelli che non toccavamo dal 2003. Questa storia la sentiamo ripetere ogni giorno da giornali (anche se a pagina 35, forse) e televisioni (trenta secondi nel servizio di chiusura), però si tratta semplicemente della verità: perché non è tanto la vittoria che nobilita questi straordinari ragazzi, quanto la consapevolezza dei propri mezzi e la capacità di non mollare mai. Sono consapevoli di essere inferiori alla quasi totalità delle rappresentative, per questo hanno reso una famiglia il proprio spogliatoio, per questo ogni singolo canestro viene salutato dalla panchina con un tripudio di asciugamani sventolati e urla di gioia.

La grinta di Marco Cusin

Per poter battere anche il nostro prossimo avversario, la Lituania, non dobbiamo dimenticarci chi siamo per davvero: una squadra sottodimensionata (mentre i baltici hanno cinque giocatori sopra i 210cm) e che vive grazie alla continuità oltre l’arco dei tre punti. Il grande allenatore Lino Lardo ci ha già detto la sua in un’intervista esclusiva, ma ha semplicemente ribadito quello che noi tutti pensiamo: ci dobbiamo provare, perché questa è la conditio sine qua non a cui non è possibile rinunciare. Provarci. Il resto, considerando com’era partita l’avventura, è tutto di guadagnato. Ma proprio perché ce lo siamo guadagnato con il sudore, con l’impegno e l’allenamento, arrivare ottavi sarebbe una beffa vera e propria, considerando che solo le prime sette si qualificano per i mondiali spagnoli dell’anno prossimo.
In questa fase finale abbiamo bisogno di un grande Cusin, un centro in grado di minimizzare le nostre lacune in fase difensiva e proteggere il ferro, così come di Belinelli, il vero assente (per quello che è abituato a dare normalmente sul campo) di questo secondo girone, soprattutto in fase di gestione della palla. Contro la Slovenia e la Croazia è sembrato quello di due anni fa, fuori controllo e poco leader della squadra: l’opposto delle prime quattro partite, quando aveva dimostrato di essere la guardia più forte di questo Europeo.

Infine permettetemi di chiosare con un elogio ad Alessandro Gentile, la sorpresa nella sorpresa di questo Eurobasket 2013: la sua sfrontatezza, unita a un talento mostruoso, lo stanno rilanciando anche in ottica Draft NBA 2014. Potrebbe diventare presto il prossimo italiano a sbarcare negli Stati Uniti, ma prima c’è da compiere una missione più che importante: trascinare da protagonista l’Italia al Mondiale 2014. A 21 anni da compiere si è visto decisamente di peggio in passato…

Published by
Alessandro Lelli