Arriva dal Rubin Kazan, che non delude nemmeno stavolta, la prima soddisfazione europea in una settimana molto complicata per il movimento calcistico russo. Per completezza d’informazione bisogna comunque dire che tutte le squadre erano impegnate fuori casa, ma il bottino raccolto è stato nel complesso abbastanza scarso.
Clonate il Rubin Kazan. Non farà entusiasmare le folle, non regalerà la benchè minima emozione, ma è la squadra più concreta e pragmatica di Russia. In Europa, diversamente dalle altre compagini connazionali, fa sempre il suo con le squadre inferiori mentre con le big non regala nulla: ne sono dimostrazioni i successi esterni in casa di Atletico Madrid e Barcellona. E prima dei gironi aveva vinto sei gare su sei, contro Molde, Jagodina e Randers, senza lasciare alcuna speranza agli avversari.
E’ altresì vero che il Rubin in Europa si trasforma. Come le altre squadre russe verrebbe da dire, con l’unica differenza che è una mutazione in positivo: i tartari in patria perdono il passo delle prime a causa di prestazioni deludenti contro le cosiddette piccole, risultati che alla fine dell’anno si pagano. E infatti la qualificazione a questa edizione dell’Europa League è arrivata grazie al suicidio all’ultima giornata della Dinamo, con i granata comunque costretti a scendere in campo già dal secondo turno preliminare.
L’ultima volta che il Rubin ha segnato cinque gol in una partita risale all’agosto 2010. Rubin-Saturn 5-1. Una rarità per una squadra notoriamente eccelsa in difesa, ma mai pirotecnica e spettacolare in attacco. L’arrivo di Rondon ha però garantito ai russi ulteriore equilibrio, e soprattutto gol. E i nuovi arrivati Vakaso, Mavinga e M’Vila hanno alzato decisamente il livello della squadra.
A portare in vantaggio gli uomini di Berdyev ci pensa una bandiera come Karadeniz, turco di grandi qualità, spesso troppo sottovalutato: Mavinga si allarga bene sulla sinistra, mette un bel pallone in mezzo che il sopracitato Gokdeniz può impattare in corsa, eludendo l’intervento del portiere ospite. Passano pochi minuti e arriva il raddoppio, con Ivan Marcano che segna un gol facile facile da due passi, dopo che il connazionale Cesar Navas non era riuscito a metter dentro la sfera. Le emozioni però si susseguono e i locali accorciano le distanze prima dell’intervallo con un gran tiro da fuori di Milec. Impotente in quest’occasione Ryzhikov.
Al 69′ Eremenko pensa di chiudere i conti con un gran tiro da fuori, ma la reazione del Maribor è immediata, anche se il gol del subentrato bosniaco Faich è un regalo del portiere Ryzhikov (che oggi compiva 33 anni) . Gli sloveni non creano però grossi pericoli alla difesa ospite e il Rubin incrementa il punteggio con altri due gol nel tempo di recupero, con Rondon e Ryazantsev.
Cinque gol, cinque marcatori diversi. Sette vittorie in sette partite di Europa League. Questi sono i numeri del Rubin Kazan, squadra russa di nome ma non di fatto. E lo dimostrano i continui (ottimi) risultati.
MARIBOR-RUBIN KAZAN 2-5 (1-2)
Maribor (4-4-2): Handanovic, Mejac, Rajchevic, Argus (43′ Trajkovskij), Milec, Filipovic, Cvianovic (74′ Crnic), Mertel, Bokhar, Tavares, Mendi (63′ Fajch) A disp. Pridigar, Protokar, Dodlek, Dervishevich: All.: Chachic
Rubin Kazan(4-5-1): Ryzhikov, Kuzmin, Cesar Navas, Marcano, Mavinga, Ryazantsev, Vakaso (63′ Eremenko), Karadeniz, Natkho, M’Vila, Rondon A disp.: Arlauskis, Sharonov, Kulik, Torbinskij, Kyslyak, Prudnikov. All.: Berdyev
Marcatori: 23′ Karadeniz, 27′ Marcano, 35′ Milec (M), 69′ Eremenko, 73′ Faich (M), 90′ Rondon, 94′ Ryazantsev
Ammoniti: Mejac, Milec (M), Vakaso, Cesar Navas, Kuzmin (R)
Espulsi: –
Arbitro: Paul Van Vukerl (Olanda)