Inizia con una sconfitta il girone di Champions League per lo Zenit, che cade sul difficile campo dell’Atletico Madrid.
Sessanta secondi. Tanto è bastato per far girare il risultato di una partita che poteva andare ad entrambi i contendenti, figlia di un equilibrio spezzatosi unicamente per un (doppio) episodio. E’ il minuto 64′, Kerzhakov confeziona una punizione al bacio ma la sfera si stampa sulla traversa (e non ricade in porta dopo aver sbattuto sulla schiena del portiere, come col Pacos); sull’azione successiva l’Atletico genera una mischia in area avversaria, Lombaerts rinvia ingenuamente il pallone addosso ai piedi di Arda Turan e la palla rocambola beffarda alle spalle di un impotente Lodigin.
Spalletti decide di cominciare la gara snaturando il suo abituale undici iniziale, schierando un’insolita linea a cinque in difesa e mettendo a protezione di essa un’ulteriore linea mediana composta da Zyryanov (pessima la prestazione dell’esperto russo questa sera) e Witsel. In attacco Hulk torna dopo un mese di stop, a fianco di Danny e Kerzhakov. Fuori ovviamente Shirokov e Anyukov rimasti a San Pietroburgo per problemi fisici. Dal canto suo Simeone rispetta ma non teme la seconda forza di Russia e mantiene immutato (eccetto lo squalificato Diego Costa) l’assetto collaudatissimo che ha incantato in questo inizio di stagione.
Lo Zenit quindi si fa attendista, si spinge poco in avanti, ma al tempo stesso non soffre più di tanto. Fino a qualche minuto prima dell’intervallo, quando Zyryanov perde completamente Miranda in occasione di un calcio d’angolo battuto da Koke, Neto prova a rimediare ma il danno è fatto: colpo di testa vincente del brasiliano e Atletico in vantaggio. I russi accusano il colpo e i padroni di casa potrebbero aumentare il vantaggio prima dell’intervallo, ma il tiro da fuori di Gabi, propiziato da una banale palla persa di Zyryanov, sibila alla destra del palo.
Nell’intervallo Spalletti capisce che bisogna rendere più offensiva la strategia di gioco e decide di inserire Shatov, con l’intento di dare più dinamismo alla manovra, al posto di Neto. E’ un cambio che da i suoi frutti, lo Zenit crea dei pericoli e trova la via del pari; ad impensierire per primo Cortois è Kerzhakov, che gira splendidamente di testa un bel cross di Ansaldi: Cortois si fa però trovare prontissimo, sventando la minaccia con un intervento eccezionale. Il pari è però nell’aria, e arriva con Hulk che, fregandosene di un possibile quattro contro due, libera il suo sinistro da fuori area, piegando le mani del giovane portiere belga. Lo Zenit sembra aver trovato fiducia e la sopracitata traversa di Kerzhakov ne è la dimostrazione; ma sul successivo capovolgimento di fronte l’Atletico si dimostra più cinico (oltre che fortunato) e trova il gol che spiana la strada verso il successo. Gli ospiti infatti accusano decisamente il colpo, e Lodigin viene più volte impegnato. Dopo due colpi di testa ravvicinati mancati da un volitivo Godin a dieci minuti dalla fine arriva anche la terza rete: Baptistao, al debutto in Champions League, impunemente lasciato solo dalla difesa biancoblu, calcia da due passi e gela Lodigin.
Si chiude così, con la festa biancorossa. Zenit rimandato: con l’Austria Vienna non potrà fallire.
ATLETICO MADRID-ZENIT 3-1 (1-0)
Atletico Madrid (4-4-2):Cortois 6, Filipe Luis 6, Godin 6,5, Juanfran 5,5, Miranda 7, Koke 7(89′ Rodriguez sv), Suarez 6, Arda Turan 7 (86′ Garcia sv), Gabi 6,5, Lopez 6,5(79′ Baptistao 7), Villa 6 A disp.: All.: Simeone 7
Zenit (5-2-2-1): Lodigin 6,5, Smolnikov 6, Ansaldi 7, Neto 6 (46′ Shatov 6), Hubocan 6,5, Lombaerts 6,5, Zyryanov 5 (74′ Arshavin sv), Witsel 5,5, Danny 6, Hulk 6 (85′ Bystrov sv), Kerzhakov 6 A disp.:Baburin, Lukovic, Fayzulin, Tymoschuk . All.: Spalletti 5,5
Marcatori: 40′ Miranda, 57′ Hulk (Z), 65′ Arda Turan, 80′ Leo Baptistao
Ammoniti: Godin (A), Smolnikov, Hubocan, Lombaerts, Hulk (Z)
Espulsi: –
Arbitro: William Collum (Scozia)