Invertire una stagione con una partita. Sovvertire il destino stravolgendo le proprie convinzioni e trovando, finalmente, il bandolo della matassa. Affidarsi, perché no, a ricordi ed esperienze del passato per tracciare la giusta strada per il futuro.
Questo è il riassunto della serata che Fabio Liverani ha vissuto nel derby tra il suo Genoa e la Sampdoria. Dopo due brutte sconfitte con Inter e Fiorentina, è riuscito a strapazzare i blucerchiati per tre a zero, mettendo in campo la sua squadra con un modulo che, da allenatore, non aveva mai provato: il 3-5-2.
Sottolineiamo “da allenatore” perché chiunque abbia memoria calcistica superiore ai quindici anni non può non ricordarsi che il buon Fabio Liverani il 3-5-2, da giocatore, l’ha già provato, eccome.
Il periodo storico è l’inizio degli anni 2000, la squadra era il Perugia di Gaucci, in panchina c’era lo sconosciuto Serse Cosmi e in mezzo al campo, a dirigere l’orchestra, giostrava proprio Fabio Liverani.
Chi ha visto il Derby della Lanterna e ricorda quel Perugia non può non aver fatto caso alle somiglianze tra le due squadre: tre difensori centrali alti e abili di testa — Milanese, Di Loreto e Materazzi nel 2000, Gamberini, Portanova e Manfredini ora — due terzini di spinta sulle fasce — Zé Maria e Grosso allora, Vrsaljko e Antonini oggi — due prime punte davanti — Vryzas e Bazzani nel Perugia, Gilardino e Calaiò nel Genoa — e, infine, un regista mancino a dirigere il traffico in mezzo al campo: Liverani con i biancorossi di Cosmi, Lodi con i rossoblù di Liverani.
Similitudini che non possono passare inosservate, scelte che fanno capire quanto siano importanti le esperienze passate per un uomo, che sia un allenatore di calcio o che faccia un qualsiasi altro mestiere.
Un Liverani come Cosmi, anche nelle esultanze. Quella corsa ad abbracciare Lodi dopo la punizione del tre a zero è piena di significati: la gioia di avercela fatta, la rabbia verso le critiche ricevute, l’investitura in quel ragazzo che gli ricorda un po’ sé stesso tredici anni fa.
Liverani, in quel Perugia, dettava i tempi, alzava il ritmo del gioco quando ce n’era bisogno, addormentava la partita quando si stava vincendo. Tirava gli angoli, le punizioni. Faceva segnare e segnava. Proprio come Lodi in questo Genoa.
Non possiamo sapere come andrà la stagione del Genoa da qui alla fine, ma forse il suo mister ha trovato la soluzione: travestirsi da Cosmi e mettere un Liverani in mezzo al campo a guidare il Grifone, proprio come tredici anni fa.