Una ripartenza da derby

Come può un campionato ripartire al meglio se non con due Derby? Sarà infatti il Derby d’Italia Inter-Juventus la prima sfida della terza giornata di Serie A, che proseguirà nel posticipo di domenica sera con l’attesissima sfida tra Sampdoria e Genoa, il mai scontato Derby della Lanterna.

Una giornata al cardiopalma, dunque, tutta da seguire per qualsiasi appassionato di calcio. Ad aprire le danze, s’è detto, ecco le due rivali per antonomasia del football tricolore, pronte ancora una volta a darsi battaglia sotto i propri vessilli con auspici diversi: una per confermare ancora una volta di essere la migliore, l’altra per cercare di dimostrare che può tornare a essere la migliore. Stimoli differenti con l’eccellenza come unico obiettivo comune e ruoli ribaltati rispetto a due o tre anni fa. Strano? Solo per chi non sa cosa sia il calcio, la cui essenza si nutre avidamente di corsi e ricorsi storici.

La Storia del pallone, seppure recentissima, è ciò a cui fanno principale appello anche le due tifoserie, pronte ad aggrapparsi ai ricordi più lieti: da un lato la consapevolezza juventina di aver vinto ben cinque degli ultimi otto incontri (compreso l’ultimo, 1-2 in quel di San Siro grazie a Matri e Quagliarella), dall’altro la speranza interista saldamente ancorata a dei particolari “talismani” che rispondono ai nomi di Milito, Palacio e Icardi. Questi tre giocatori, infatti, hanno rifilato alla Vecchia Signora sette gol durante la scorsa stagione, seppure vestendo maglie diverse (il più giovane puntero argentino giocava infatti per la Sampdoria). Se a queste sette marcature aggiungiamo anche quella realizzata allo Juventus Stadium da Taider con la casacca del Bologna, vediamo come un terzo delle reti subite dagli uomini di Conte lo scorso anno sia stato firmato da giocatori attualmente nerazzurri.

Che Branca e Ausilio abbiano fatto mercato seguendo questa contorta cabala? Senz’altro no, ma, si sa, il tifoso medio si appiglia a qualunque cosa pur di portare acqua al proprio mulino. L’unico dato certo e prevedibile è che l’agone sarà al massimo, giacché si affrontano due allenatori celeberrimi per la grinta che sanno trasmettere ai propri uomini. Il tutto amplificato dalla proverbiale rivalità tra le due società, un contrasto che festeggia oggi 104 anni (tanti ne sono passati dal primo scontro diretto).

Difficile invece aspettarsi spettacolo a causa dell’immediatezza con cui il calendario ha deciso di far scontrare questi due giganti del pallone italiano: troppo presto la terza giornata per vedere Juventus e Inter accapigliarsi col coltello tra i denti per qualcosa di più del mero onore. Tuttavia, la speranza è sempre l’ultima a morire e, se il risultato si sbloccasse presto, potrebbe anche succedere di tutto.

Inter-Juventus però non deve far dimenticare l’altra partita fondamentale della terza giornata e cioè il derby di Genova tra Sampdoria e Grifone. Impossibile dire cosa significhi per un non-ligure come me questa sfida: la sensazione è che sia davvero uno dei due derby più sentiti della Penisola, la classica partita di fronte alla quale non conta più nulla se non le squadre stesse (non quelle fisiche, ma proprio il concetto metafisico di Genoa e Doria). La classifica, la storia recente, gli allenatori, persino i giocatori: tutto viene obliato e gettato nel vortice sanguigno rossoblucerchiato che è questa sfida, un tritacarne emozionale in due frazioni da 90 minuti che dà senso a una stagione intera.

Insomma: la Serie A ci era mancata? Oggi, alle ore 18.00, sapremo che, forse, tutta questa attesa non è stata vana. Perché possiamo anche tribolare per la pausa delle Nazionali, ma quando si riparte con due derby così non si può fare a meno di pensare che: “L’attesa aumenta le grandi passioni e sminuisce quelle piccole”.

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Giorgio Crico