La Vuelta a España 2013 è già passata alla storia. Chiunque sarà il vincitore di Madrid, l’edizione numero 68 della corsa iberica sarà ricordata negli annali come la più incerta degli ultimi anni. L’Alto de Angliru, ultima, terribile salita di questa Vuelta decreterà chi tra Chris Horner, Vincenzo Nibali, Alejandro Valverde e Joaquim Rodríguez – scritti in rigoroso ordine di classifica – sarà il vincitore finale. A rimescolare le carte e a rendere ancora più appassionante il finale, ci ha pensato la diciannovesima tappa, la S.Vicente Barquera – Oviedo, con arrivo in salita sull’Alto del Naranco, di 181 chilometri. La tappa è stata vinta da Rodríguez, mentre Horner, che ha chiuso quinto, ha guadagnato 6″ su Nibali, strappando la maglia rossa di leader della generale allo “Squalo dello Stretto” per soli 3 secondi.
La frazione è stata animata da un attacco formato da una quindicina di corridori, attacco che però è stato sempre controllato dal plotone, che ha lasciato loro un massimo vantaggio di tre minuti circa. Due di essi, il norvegese Boasson Hagen (Sky) e l’austriaco Preidler (Argos-Shimano) si sono avvantaggiati sulla prima salita di giornata, l’Alto de San Emiliano. Poi Preidler è rimasto da solo sull’Alto de la Manzaneda, ma è stato ripreso dagli altri attaccanti nella discesa che portava verso la salita finale dell’Alto del Naranco. Appena iniziata la salita, il portoghese José Mendes attaccava e rimaneva da solo. Il corridore della Netapp si è però dovuto arrendere al gruppo proprio sotto l’arco dell’ultimo chilometro, gruppo trascinato dalla Saxo-Tinkoff per favorire l’attacco del capitano Nicolas Roche. Attacco che avveniva puntualmente, ma l’irlandese veniva subito ripreso dal gruppo. Ai 700 metri dal traguardo, l’azione di Rodríguez. Lo spagnolo della Katusha ha salutato agevolmente la compagnia, involandosi verso il traguardo. Il plotone arrivava distanziato di 11″, regolato in volata da un bravissimo Diego Ulissi (Lampre-Merida) che precedeva l’altro spagnolo della Katusha, Dani Moreno. Quarto posto, con lo stesso distacco, per il capitano della Euskaltel, Samuel Sánchez Poi, Horner e Valverde, che hanno tagliato il traguardo a 14″ da “Purito”. Nibali è transitato sulla linea d’arrivo con un ritardo di 20″, distanziato di 6″ da Horner. Un distacco minimo, ma sufficiente per perdere la maglia rossa a vantaggio dello statunitense della Radioshack per appena 3″. Lo “Squalo dello Stretto” ha perso le ruote di Horner a 100 m dal traguardo. Un’azione che ha fatto sorgere il dilemma: Nibali si è staccato perché non ce la faceva oppure ha preferito “lasciare” la maglia rossa a Horner per evitarsi le interviste e la conferenza stampa di rito che spetta al leader della classifica, per arrivare in albergo un’ora prima del solito ed essere più riposato per l’appuntamento clou di domani?
Già, domani, ventesima tappa della Vuelta, la Avilés – Alto de L’Angliru, di 142,2 chilometri, con arrivo proprio lì, sul “Mostro” delle Asturie, una salita lunga 12,2 chilometri, con una pendenza media del 10,2% e la punta massima del 23,5%. Se Nibali avrà bleffato o no, lo scopriremo domani. Ma i due litiganti stiano attenti. Valverde a 1’06” e Rodríguez a 1’57” non possono essere considerati tagliati fuori. E sul “Mostro”, per chi è in difficolta, l’orologio scorre più veloce del solito.