Vuelta a España 2013: la presentazione della 18a tappa (Burgos – Peña Cabarga)

La Vuelta a España 2013 entra nella sua fase decisiva. La diciottesima tappa, la Burgos-Peña Cabarga di 186,5 chilometri, è la prima di tre frazioni consecutive dalle quali uscirà fuori il nome del vincitore di questa Vuelta. La tappa presenta un’altimetria con 5 Gran Premi della Montagna, ma i primi quattro serviranno solo per scaldare i muscoli in vista dell’ultima ascesa, quella finale che porta all’arrivo di Peña Cabarga. Le prime tre ascese sono tutti considerati Gpm di terza categoria. Si comincia con l’Alto de Bocos, salita lunga 3 km e con vetta collocata a 108,2 km dall’arrivo. Si prosegue con l’Alto Estacas de Trueba, ascesa lunga 10,9 km e cima piazzata a 79 km dal traguardo e si termina con il Puerto de la Braguia, erta lunga 6,1 km e cima situata a 58,4 km dalla conclusione. Terminati gli “aperitivi”, arrivano le portate principali della giornata. Il “primo piatto” è l’Alto del Caracol, salita di seconda categoria lunga 10,6 km e con vetta piazzata a 36,6 km dall’arrivo. Una salita dove le pendenze si faranno già importanti. Non ci dovrebbero essere attacchi, ma le scorie della salita resteranno sulle gambe ai corridori, soprattutto a chi non sta vivendo una giornata positiva. E a 5,9 km dall’arrivo, arriva la salita più temuta, quella di prima categoria di Peña Cabarga. Un’ascesa con pendenza media del 9,2% e con punte massime del 20% proprio sotto l’arco dell’ultimo chilometro. La Vuelta è arrivata già due volte a Peña Cabarga e i vincitori portano il nome di Joaquim Rodríguez nel 2010 e di Chris Froome nel 2011. Un albo d’oro dal quale si evince la durezza della salita. “Purito” proverà a tentare il bis, ma saranno molti a cercare di impedirglielo. Speriamo che tra di essi possa esserci anche Vincenzo Nibali. Ma occorrerà che lo “Squalo dello Stretto” ritrovi presto lo stato migliore di forma. Un’eventuale difficoltà, dopo quella di lunedì sull’Aramón Formigal, potrebbe essere pagata a caro prezzo.