Questo è il Derby d’Italia
Derby d’Italia, cosi lo definì Gianni Brera nel 1967 per rendere l’idea di quello che poteva essere un mix tra rivalità e ostilità al difuori di un contesto cittadino.
Il nero delle loro maglie è l’unica cosa in comune tra queste due società, talmente diverse da essere agli antipodi, insomma l’alpha e l’omega del calcio italiano.
Una vincente, fiera e presuntuosa della sua storia, fatta di cicli e egemonie, sempre ai vertici tanto da essere odiata forse da essi stessi, l’altra in disparte cerca da sempre la sua dimensione, vince meno di quanto soffre, ma quando lo fa è prepotente e unica. In quelle occasioni incide la storia e ne diventa punto di riferimento e confronto.
Cosi non bastano 90 minuti per raccontare e spegnere questa rivalità che parte da molto lontano, da immagini in bianco e nero o meglio non a colori come direbbero gli interisti. La Juventus e la famiglia Agnelli, l’Inter e la famiglia Moratti, così era negli anni 60 cosi è nel 21°secolo, forse per l’ultima volta. Juventus è Agnelli, gli Agnelli sono la Fiat, potere occulto e simbolo di influenza nella cronaca di un paese smarrito e calpestato dalla storia. L’Inter è Moratti, il petrolio, l’oro nero che arricchisce i bianchi, soldi del petroliere per concretizzare un progetto già chiaro dalla nascita attraverso un nome visionario dato agli inizi del 900, a una squadra ambiziosa per vocazione.
Lampi, bagliori bianchi e azzurri nella lotte nera, cosi sono le loro sfide, mai banali come loro. Due squadre che o le ami o le odi, l’indifferenza non fa per loro. Storie ricche di personaggi straordinari e singolari. Parole dolci e taglienti come quelle degli avvocati, nelle divertenti battute dell’avvocato per eccellenza Giovanni Agnelli e dell’avvocato per dedizione Peppino Prisco. Tifosi immortali, che hanno amato quei colori tanto da restare nei cuori degli altri più degli dei visti sul campo, facce indimenticabili, come le loro parole, quelle massime lasciate ai posteri a contorno di un match che delle parole si nutre, prima durante e dopo.
Allenatori e giocatori vincenti con o l’altra casacca, alcuni, i più arditi, con entrambe le maglie che hanno avuto il coraggio di percorre la strada Milano-Torino e viceversa senza paura dei giudizi e del loro passato. Uomini che dall’altra parte hanno trovato la gloria, altri invece solo l’anonimato mentre cercavano la grandezza. Tecnici italiani e stranieri che in Italia hanno fatto la fortuna loro e di questi club, riempendo bacheche di trofei e la storia di aneddoti. Bandiere, uomini icona, rappresentativi del club e della sua storia. Uomini prima che giocatori come Scirea e Facchetti, Zanetti e Del Piero, così lontani in campo e così vicini dentro.
Numeri e risultati stampati nella storia, millantati nel campo, attribuiti in tribunale, nemmeno quelli danno più certezza quando si tratta di Juventus e Inter. Immagini stampate nel tempo di protesta e esultanza, gioia e dolore, perché tra loro quando una soffre l’altra indiscutibilmente gode.
Questo è il Derby d’Italia una partita che non finisce mai, perché continua dopo il 90° minuto, nei giornali, nei bar, nelle tv. Si continua in questo scontro perpetuo e infinito, in questo destino intrecciato di due schiere che si sfiorano senza toccarsi mai. Inter e Juventus obbligatoriamente diversi e lontani, come mare e cielo, cosi sorprendentemente belli da guardarsi in continuo, ascoltandosi in silenzio, consci che le loro emozioni saranno sempre contrapposte e distanti. Già come il cielo bianco e il mare azzurro, che sfruttano il nero della notte per fondersi, con quella voglia di assomigliarsi senza poterlo ammettere mai.
Ci avviciniamo quindi a sabato in questo assordante frastuono che riempie ogni vigilia, in questo catino di emozioni che solo in questi giorni accomunano bianconeri e nerazzurri, fino a quel corridoio, dove il fragore svanisce e si sentono solo i tacchetti di acciaio scandire i passi. Li a pochi metri dall’arena, pronti a scrivere un nuovo capitolo di storia occhi emozionati e cuori palpitanti sono sospesi tra mare e cielo, tra bianco e azzurro, tra Milano e Torino. Spinti dal passato, attesi dal futuro Inter e Juventus continuano la loro storia del Derby d’Italia.