Un portiere e un attaccante… ♫
Non siamo proprio a Rio de Janeiro, ma quasi. Siamo ancora a mollo nell’Oceano, ma qualcuno, da qualche parte, a prua, ha già iniziato a urlare “terra”! Si sente un sottofondo di violini provenire dal ponte, e un discreto profumo di caffè che arriva dal mare. Il Brasile: la terra di Pelé, Leonidas, Garrincha, Djalma Santos, di Cafu, Romario, Dunga, Ronaldo. La terra del calcio bailado, del pallone come dribbling, velocità, divertimento, passione. Il paese che ospiterà i prossimi mondiali, quelli a cui l’Italia sta giustappunto finendo di assicurare la sua partecipazione.
Nella serata di venerdì, la sinfonia numero 19 di Gilardino ha consentito agli azzurri di battere una Bulgaria tenace, pericolosa, aggressiva. Era importantissimo portare a casa i tre punti, e importantissimo è stato il modo in cui, volenti o nolenti, la vittoria è maturata. Soffrendo, sì, e sapendolo fare da squadra matura, e incidendo grazie all’estro di due campioni del mondo. Il Gila, appunto, e il Gi…gi. Già, il Gigi nazionale, Gigi Buffon: strepitoso, a dir poco, in almeno due occasioni, e assolutamente decisivo. Gila e Gigi, loro due: quando l’esperienza, l’estro, fanno la differenza.
Si diceva di Buffon: una prestazione suprema che corona al meglio il raggiungimento oramai imminente di Cannavaro nella classifica dei calciatori con più presenze in azzurro. Manca veramente l’ultimo passo, e a meno di catastrofi immani, Gigi ce la farà a scavalcare Fabio. Certo è che tempus fugit, et omnia dederit: ne ho nominati tre che sette anni or sono ci hanno fatto sognare. Due dei quali, però, ancora oggi se la combattono nel nostro campionato, e lo fanno assolutamente da protagonisti. Pilastri delle rispettive compagini, con obiettivi uguali (dare il massimo, ben figurare, restare in orbita nazionale) ma diversi (sul piano dei traguardi da raggiungere con il proprio club). Due esempi di un “calcio nostrano” che è stato, e che nonostante il tempo passi riesce a essere “ancora” grande. “Un portiere e un attaccante”, proprio come quei due che da piccini guardavamo in tv. Solo che quei due erano giapponesi, e quello era un cartone. Questi qui, invece, sono italiani, e sono assolutamente realtà.