La crisi di coppia nel calcio

Esistevano una volta le coppie del gol,  un abbinamento di attaccanti che seminavano paura nelle aree avversarie gonfiando ripetutamente la rete.  Coppie che spargevano gioia nelle curve dei tifosi e terrore nelle difese altrui.

I loro nome ancora oggi echeggiano negli stadi e ripassano nei ricordi dei propri sostenitori.  Eccole allora indimenticabili per gli amanti del calcio: Vialli-Mancini, Pulici- Graziani, Baggio-Schillaci, Balbo-Fonseca, Aguilera-Skuhravy e quante altre potremmo citarne .

Coppie fenomenali, assortite per qualità, studiate prima a tavolino dagli allenatori e concretizzate poi  nel mercato dalle società. La logica per creare il proprio duo di attaccanti era molto semplice, negli anni 70-80-90 il calcio italiano si rifaceva quasi tutto al modulo 4-4-2 e si cercava quindi di assortire le proprie punte per caratteristiche. Nascevano cosi gli abbinamenti composti da una punta statica, di peso a fare da boa e una seconda punta rapida e mobile, a girargli intorno.

Tantissime squadre hanno fatto fortuna indovinando questo assortimento, abbinando la potenza alla qualità, la praticità e il fiuto del gol al guizzo e all’estrosità.
Non c’erano dubbi per nessuno, non serviva aspettare le formazioni per capire chi avrebbe giocato davanti, la responsabilità del gol era solo affare loro. L’uno complementare all’altro, l’uno forza e supporto dell’altro, quasi da creare smarrimento in caso di assenza di uno dei due.

Oggi però il calcio moderno ha portato alla crisi di queste coppie. L’interpretazione tattica del gioco è cambiata, probabilmente è più audace e i moduli sono cambiati. Tattiche attuali come il 4-3-3 o il 4-2-3-1 hanno sciolto queste coppie portandole alla decadenza. Basti pensare alle tre big italiane per eccellenza: Juventus, Milan e Inter.

Nessuna di loro ha una coppia fissa di attaccanti titolari. Se dovessimo chiedere ai tifosi qual è la coppia regina dell’attacco della propria squadra ci sentiremmo rispondere in modo confuso e vario. Balotelli-El Shaarawy, Balotelli-Matri o Balotelli-Robinho? Vucinic-Tevez, Tevez-Llorente? Palacio-Milito,  Palacio-Icardi o Milito-Icardi?

Oggi più che mai con rose da quasi 30 giocatori, il concetto di titolarità è relativo. I tifosi si affezionano a più interpreti e moduli contemporaneamente, abbandonando  l’idea di coppia fissa del gol. Già perché nel calcio di oggi le coppie sono aperte e non fisse. Cambiano in continuazione, in base a condizione e avversari senza incidere negativamente sul gioco della squadra, ma anzi giovandone.

Nostalgici e malinconici ci adeguiamo al presente, ci piaceva però vederli duettare ed esultare insieme. Cosi la crisi di coppia entra nel mondo del calcio, allontanando l’affiatamento tra centravanti e innescando un poligamia pericolosa. Nel caso qualche presidente non fosse proprio contento di questo continuo cambio di partner offensivi, beh meglio affidarsi a un allenatore piuttosto che a un avvocato.