Chiunque abbia visitato oggi l’homepage di Google, avrà notato la particolarità di un “doodle” calcistico, dedicato ad un gesto tecnico particolarmente spettacolare e al campione brasiliano che ne rivendicò la paternità: la rovesciata e il leggendario brasiliano Leonidas.
Nato nel 1913, Leonidas giocò 19 partite con la maglia verdeoro, realizzando 21 reti. Fu soprannominato il “Diamante Nero” per le sue qualità di realizzatore, per la classe e la rapidità di esecuzione. In molti lo considerano il miglior calciatore brasiliano che abbia giocato prima di Pelè. Fu capocannoniere ai mondiali francesi del ’38, con 7 reti, ma saltò la semifinale di Marsiglia contro l’Italia per una scelta tecnica, probabilmente infelice, dell’allenatore. Il favoritissimo Brasile perse per 2-1, in una partita considerata l’antecedente storico di quanto poi si verificò nell’82, nel famoso 3-2 di Barcellona.
Lo scrittore e saggista uruguaiano Eduardo Galeano, autore di pagine stupende sulle storia del calcio mondiale, così descriveva il campione brasiliano: “Leonidas segnò molti gol, che non contò. Molti li realizzò sospeso in aria, coi piedi che giravano, a testa in giù, di spalle alla porta: era molto abile nelle acrobazie della “cilena”, che i brasiliani chiamano la “bicicletta”. I gol di Leonidas erano così belli che anche i portieri avversari si rialzavano per congratularsi”.
Molti furono poi i giocatori che si cimentarono in quello che viene considerata una prelibatezza tecnica: da Anastasi a Riva, da Maradona a Van Basten ed Ibrahimovic. Ricordarli tutti è impossibile.
Naturalmente non è così scontato che sia proprio Leonidas il primo ad aver accoppiato l’acrobazia di una capriola con la tecnica pedatoria, ed anche altri giocatori rivendicano la primogenitura del gesto. Ma forse, chi ne ha fatto un capolavoro dell’arte povera pallonara, merita più di tutti la celebrazione odierna.