Highbury, 6 settembre 1913: costruzione di un’identità

6 settembre 1913: Woolwich Arsenal-Leicester Fosse, 2-1, con reti di George Jobey e rigore di Archibald Devine (il marcatore degli ospiti si perde, invece, nella nebbia dei tempi). Spettatori: 20.000. Stadio: Highbury. La prima partita giocata qui nella storia dei Gunners. Uno stadio appena costruito e terminato giusto la settimana prima.

Esattamente un secolo fa, oggi. Ma per capire il significato di questa storica e, a suo modo, gloriosa ricorrenza, dobbiamo fare un passo indietro.

1886, 1910, 1913. Sono queste le date cruciali agli albori della storia dell’Arsenal Football Club.
La società viene fondata nel 1886 e, come molte altre realtà inglesi, è espressione di un gruppo di lavoratori: in questo caso gli operai del Royal Arsenal di Woolwich, la fabbrica di armamenti per la Corona inglese. Quello che ci interessa maggiormente, però, è il luogo: Woolwich. Se provate a cercarlo con Google Earth, avrete un’immagine immediata. Oggi un quartiere (molto) periferico della grande città di Londra, a sud-est, sulla riva meridionale del Tamigi. A fine ‘800, invece, un sobborgo isolato, completamente staccato dalla capitale vera e propria se non per l’ideale appartenenza geografica.

Qui nasce l’Arsenal, con un cuore operaio, in un luogo che è Londra senza essere Londra.

Il problema del campo di casa è subito piuttosto rilevante, con il Club che fa avanti e indietro tra i vari appezzamenti di verde nel quartiere. Saranno 4 in totale i grounds che verranno usati a turno dall’allora Royal Arsenal. Quello più utilizzato (che diventerà anche quello più ricordato) è il Manor Ground, di fatto un prato al quale, inizialmente, vengono accostati alcuni carri militari per accogliere gli spettatori e che, tra il 1899 e il 1904, vedrà poi la costruzione di due tribune laterali. Non che il discorso stadio/prato a fine ‘800 fosse così diverso per le altre realtà calcistiche inglesi. Nel caso dell’Arsenal, però, quattro luoghi diversi in 7 anni (e nello stesso quartiere) fanno già intuire come ci fosse bisogno di una sede davvero “stabile” e del tutto propria.

La squadra, intanto, gioca un discreto calcio e riesce a vincere qualche trofeo nel circuito di campionati dell’area londinese. Nel 1889 si iscrive per la prima volta nella sua storia alla FA Cup e nel 1891 la società decide di passare al professionismo, un passo obbligato per i Club dell’epoca, nel tentativo di costruire qualcosa di concreto. È una fase di svolta. Senza un campionato a cui essere iscritti, la squadra, rinominata nel mentre Woolwich Arsenal, gioca soltanto amichevoli e primi turni di Coppa d’Inghilterra. E ha bisogno di soldi per acquistare la proprietà del Manor Ground.

La Federazione va incontro alla squadra londinese e la invita alla Football League, iscrivendola in Seconda Divisione. È il 1893, l’Arsenal è la prima squadra del sud dell’Inghilterra che partecipa alla lega professionistica (un monopolio delle inglesi del nord, fino a quel momento). Trascorrono varie stagioni di anonimato, con l’apice della promozione in First Division nel 1904, e i primi problemi non tardano ad arrivare. La posizione geografica si rivela un freno fondamentale, l’affluenza del Manor Ground nel 1909 si attesta sugli 11.000 spettatori di media, la metà rispetto al 1904. Un calo tremendo che affossa le finanze del Club.

Costretta a vendere i calciatori migliori (sembra un’ironica coincidenza, pensando a oggi), la società rischia la bancarotta. Va in liquidazione nel 1910 e viene acquistata (salvata) da Sir Henry Norris, magnate londinese dell’edilizia e già proprietario del Fulham in quel periodo. È il momento decisivo. Norris è un uomo pratico e rivolge immediatamente la sua attenzione al profitto e al bisogno di aumentare gli incassi della società. La posizione, Woolwich, viene considerata la causa negativa principale. La prima idea è quella di unire l’Arsenal con il Fulham, creando così un super-Club londinese. La Federazione, ovviamente, boccia questa proposta. Norris deve quindi trovare un’alternativa, concentrandosi soltanto su ciò che ha appena preso in mano.

Uno sguardo alla geografia di Londra in quel periodo e la decisione è presto presa: trasferire l’Arsenal ad Highbury, quartiere nel nord della capitale. Le ragioni sono determinanti: Norris (che da buon industriale e politico ha agganci ovunque) ha la possibilità di avere in locazione un terreno dal Collegio religioso St John. E, a un isolato di distanza, c’è la fermata della metropolitana di Gillespie Road. Un quartiere popoloso appena a nord del centro di Londra (con bacino d’utenza estendibile ai quartieri vicini, 500.000 abitanti secondo le stime di H.N.), un terreno quasi regalato per costruire lo stadio e la metropolitana a due passi, per il collegamento più immediato possibile con il resto della città.

È un deal (come direbbero gli inglesi, un affare) perfetto, in tutto. Tra marzo e fine agosto 1913 viene costruito lo stadio Highbury, o Arsenal Stadium, su progetto dell’architetto scozzese Archibald Leitch, figura simbolo nel panorama calcistico britannico di inizio secolo e progettista di quasi tutti gli stadi dell’epoca. Il nome della squadra verrà definitivamente modificato nel 1919 (da ‘Woolwich Arsenal’ a ‘The Arsenal’, poi solo ‘Arsenal’) e nel 1932 sarà rinominata anche la fermata della metropolitana di Gillespie Road, questa volta su idea di Herbert Chapman, uno dei manager più influenti (se non il più influente) della storia del Club, il quale motiverà la decisione con la frase: “Chi ha mai sentito parlare di Gillespie Road? Tutto è Arsenal, qui”.

L’identità del Club è ormai completa. Gran parte dei tifosi originari, situati nell’area di Woolwich, disconoscono la “nuova” società e la nuova realtà che non hanno più legami con il luogo d’origine della squadra. Per i nuovi tifosi, invece, abitanti della zona di Highbury, ci vorrà solo qualche tempo per abituarsi, ma il percorso sarà semplice e tutto in discesa.

Con il passare degli anni lo stadio Highbury verrà ampliato, le maglie vedranno l’aggiunta delle maniche bianche (fino agli anni ’30 la squadra gioca in rosso scuro), il calcio si evolverà, lo stadio verrà abbandonato nel 2006 e il Club si trasferirà appena a 500m di distanza, nel nuovo Emirates Stadium.

Ma tutto questo contribuirà solo ad arricchire la storia. Oggi sono 100 anni esatti da quel 6 settembre 1913: una singola partita che, in realtà, significa molto di più. 100 anni di distanza da una delle mosse più rischiose, e insieme più ambiziose della storia del calcio. L’identità della squadra, da quel 1913, è ormai formata in modo così solido da non poter più essere intaccata da avvenimenti futuri. L’Arsenal Football Club ora è, e resterà sempre, una squadra con il cuore nel nord di Londra, fondata nel 1886 dagli operai dell’arsenale militare di Woolwich.

*

per approfondire l’argomento:
– Brian Glanville – “Arsenal Stadium history”
– Simon Inglis – “Engineering Archie”
– Jon Spurling – “Highbury: The story of Arsenal in N5”
– Max Troiani – “London Calling”

– chi vi scrive nel 2009 ha compilato una tesi di laurea universitaria sul tema: “Stadio Highbury, Londra”