Visti a distanza di più di un lustro, i tratti distintivi del campionato 2006-07, giocato all’indomani dei fortunati mondiali tedeschi e delle decisioni sportive seguite allo scandalo di calciopoli, ricordano i racconti ispirati alla corsa più pazza del mondo. In assenza della Juventus, relegata nella corsa della serie B, ai nastri di partenza, la griglia si presentava sparigliata: l’Inter, una fuoriserie con l’obbligo di vincere seminando ogni avversario, la Roma con il turbo-Totti a cercare di rincorrere, Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina, zavorrate dalle penalizzazioni a condurre ciascuna un proprio campionato nel campionato, per azzerare le differenze in partenza e recuperare quanto più terreno possibile dal gruppo. A fine stagione, sul traguardo delle aventi diritto ad un passaporto europeo, sbucò a sorpresa la maglia azzurra dell’Empoli di Gigi Cagni.
I trascorsi storici della piccola città toscana, nemmeno 50.000 abitanti, unica squadra della massima serie a non costituire capoluogo di provincia, raccontavano di un approdo nella massima serie negli anni ’80, alcune partecipazioni dignitose e coronate da salvezze e pronte retrocessioni al secondo anno di militanza. Così fu all’esordio, dall’86 all’88, quando militavano nelle file dell’Empoli il bomber Incocciati, i giovani Gautieri e Di Francesco, il futuro allenatore Walter Mazzarri, e due stranieri, lo svedese Johnny Ekstroem e il classico bidone dell’epoca, lo slavo Cop. Così anche dieci anni dopo, dal ’97 al ’99, all’epoca del famoso gol fantasma di Bianconi alla Juventus, così pure dal 2002 al 2004, quando guidava l’attacco Totò Di Natale, primo giocatore a raggiungere la Nazionale, vestendo la casacca azzurra dell’Empoli. La stagione 2006-07, seconda di fila in A per l’Empoli risalito e salvatosi nell’anno precedente, ruppe questa ricorrenza, in maniera clamorosa.
La conduzione tecnica della squadra era stata affidata a Gigi Cagni, un altro allenatore storicamente capace di distinguersi alla guida delle provinciali, coniugando scuola difensiva italiana e gioco d’attacco brillante.
Dopo la sconfitta interna alla prima giornata contro la Sampdoria ed un paio di pareggi, alla quarta di campionato arrivò il primo successo per 2-0 contro un lanciato Palermo. Tra la settima e la tredicesima, l’Empoli riuscì ad andare sempre a punti, così come tra l’ ultima di andata e la quinta di ritorno, quando la squadra di Cagni mise a segno l’impresa corsara a Palermo, poi sconfisse in casa la Roma dell’ex Spalletti.
Della vittoria contro la Roma, forse la punta più alta del torneo, riportiamo il tabellino:
EMPOLI – ROMA: 1 – 0
EMPOLI (4-2-3-1): Balli; Raggi, Lucchini, Pratali, Tosto; Moro, Almiron; Buscè, Vannucchi, Matteini (45’ st Vanigli sv); Pozzi (42’ st Marianini sv). A disp.: Bassi, Adani, Marzoratti, Ficini, Coralli. All. Cagni.
ROMA (4-2-3-1): Doni; Cassetti (35’ st Mancini sv), Ferrari, Panucci, Tonetto; De Rossi, Pizarro; Wilhelmsson (10’ st Taddei 5), Perrotta, Tavano; Totti (20’ st Vucinic 5.5). A disp.: Curci, Faty, Defendi, Rosi. All.: Spalletti.
ARBITRO: Dondarini di Finale Emilia.
RETI: nel pt 5’ Pozzi.
La squadra univa la costanza di molti esperti giocatori, come Tosto, Buscè e Ficini all’intraprendenza dei giovani Lucchini, Saudati, Pozzi e Vannucchi, quest’ultimo capace di giocate notevoli, sebbene non sorretto in carriera da una continuità tale da consentirgli un salto di qualità verso grandi squadre (4 gol e 10 assist il suo bilancio a fine campionato).
Con la forza della regolarità, alternando accumulando risultati utili e rialzandosi sempre con la forza del gioco dalle inevitabili sconfitte patite, l’ Empoli giunse a raccogliere 54 punti, sopravanzando Atalanta, Sampdoria (comunque in UEFA tramite Coppa Italia) e Udinese nella corsa verso l’Europa (all’epoca, i posti utili erano sette).
Il punto decisivo, arrivò con il 3-3 contro la Reggina, squadra allenata dall’ex Mazzarri, in una partita che sanciva due storici traguardi: l’accesso all’UEFA per l’Empoli, la salvezza nonostante l’handicap per la Reggina.
Il viaggio europeo dell’Empoli finì presto, al primo turno, contro lo Zurigo, per effetto della sconfitta patita in Svizzera per 3-0, nonostante un 2-1 all’andata. E anche la retrocessione, sfuggita al secondo anno di A, inesorabile arrivò al terzo. Ma al termine di quel viaggio, l’Empoli riportava in cadetteria una nuova nota di spicco nel proprio pedigree calcistico.