Dove eravamo rimasti?

A mercato appena concluso, dopo il test delle prime due giornate, chi volesse dilettarsi ad ascoltare i pronostici degli addetti ai lavori, ritroverebbe i nomi di Roma e Inter nella coda delle pretendenti al ruolo di verosimili comprimari del podio, fermo restando la supremazia riconosciuta alla granitica Juventus.

Le duellanti che avevano caratterizzato per qualche anno la sfida al vertice, prima dell’avvento del ciclo bianconero di Conte, dopo essere uscite sbiadite dal campionato precedente, hanno intravisto riluccicare i propri colori, non solo per via delle nuove maglie ufficiali – che a vederle in tv, sembrano già lucide di sudore fin dal primo minuto – ma soprattutto per i valori individuati nelle prime analisi di gioco: se la soglia di accettabilità era posta a 4 punti, i 6 punti raggiunti in classifica manifestano un buono stato di salute.

Per la Roma, si è trattato di superare due neopromosse (Livorno e Verona, ambedue comunque capaci di raccogliere 3 punti in classifica); per l’Inter, il Genoa (contro cui l’anno precedente aveva lasciato 4 punti) e il Catania (compagine classificatasi sopra, nel 2013). Identico il bilancio delle marcature: 5 reti segnate, nessuna subita. Dal punto di vista della mera contabilità statistica, anche meglio della Juventus, che comunque un gol l’ha incassato (ma ovviamente Sampdoria e Lazio sono ben altro banco di prova).

Alcune considerazioni, sul mercato di entrambe. Quanto all’Inter, stretta nei vincoli di un bilancio passivo e in attesa del New Deal indonesiano di Thohir, sono arrivati pochi rinforzi, ed in particolare puntelli e speranze da crescere bene. Ma l’acquisto più importante è stato fatto in panchina, affidando le redini al regolarista Mazzarri. Archiviate le velleità precoci e le disinvolture tattiche di Stramaccioni, piuttosto che ricercare un altro “giovane Mourinho”, ci si è affidati alla vecchia scuola calcistica italiana, quadrando le distanze tra i reparti, compattando a testuggine l’impianto dei terzini e dei mediani e pensando, prima, a non prenderle e poi a mordere, non appena sia possibile sporgere la testa. In un campionato tranciato a metà tra chi aspira all’Europa e chi lotterà per non retrocedere, la capacità di sapersi imporre sulle “piccole” può determinare la differenza nel saldo di classifica finale.

Quanto alla Roma, il primo biennio del progetto americano è stato mandato in archivio insieme a molti dei giocatori che erano arrivati nel 2011/2012. Gago, Heintze, Bojan, Stekelenburg, Josè Angel, Piris, Tachtsidis, Marquinhos, Lamela e Osvaldo sono altrove, in alcuni casi anche con ottimi risultati di bilancio. Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli sono ricordi. Affidarsi ad un tecnico che, per quanto giovane, ha già dimostrato competenza e fame di vittoria potrebbe essersi rivelata una scelta coraggiosa ma redditizia. A voler individuare un predecessore di Luis Garcia, forse bisognerebbe pensare a Spalletti. Anche Luis Garcia può mettere in campo una squadra dal notevole tasso tecnico, con capacità tanto di fraseggio, quanto di soluzioni individuali, bilanciata con una dose di maggiore equilibrio tattico e soprattutto, compartecipazione motivazionale e voglia di rivincita. Interessante notare che, ora che anche la Fiorentina ha sostituito Jovetic con Mario Gomez, la Roma è l’unica squadra di vertice che sembra organizzare la fase offensiva intorno ad un centravanti di manovra, che sia Totti o Gervinho o anche, all’occorrenza Ljiajic. Avendo però anche l’opportunità di ripiegare sull’opzione classica, aspettando Destro o impiegando in caso di necessità anche Borriello.

Se ancora brucia l’assenza dal palinsesto infrasettimanale delle coppe, almeno per quanto riguarda gli impegni di campionato, Roma ed Inter accumuleranno un notevole risparmio energetico e ciò potrebbe essere un vantaggio non da poco nella competizione con Milan, Napoli, Fiorentina, e Lazio. A patto però che questo tesoretto di vigore atletico venga riutilizzato per alimentare le fonti rinnovabili di gioco, su cui le ex duellanti hanno puntato, ingaggiando Mazzarri e Garcia: probabilmente i migliori acquisti.

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Paolo Chichierchia