E ci risiamo. Come a ogni sessione di mercato, sul finire dei giorni disponibili per le trattative ecco ritornare le voci del ritorno di Kakà al Milan.
“Certi amori non finiscono…” e “difficilissimo” sono le affermazioni più gettonate da Galliani, A.D. del Milan ormai abituato ai voli a Madrid a fine agosto e a fine gennaio, prima di partire.
Carica di speranze i tifosi rossoneri nostalgici e di timori quelli che invece non vogliono rivedere Riccardino a Milano, per poi tornare indietro senza Kakà dando la colpa al temibile “Fiscalista Spagnolo”.
Fiscalista Spagnolo che, ormai, ha preso il posto dell’Uomo Nero nei rimproveri dei genitori ai figli. “Se non la smetti, chiamo il Fiscalista Spagnolo” – e i bambini si nascondono sotto le coperte.
Questo almeno fino al gennaio scorso, perché questa volta le cose sembrano andare in maniera diversa: Galliani sta riuscendo davvero nell’impresa di riprendere Kakà a 0 euro dopo averlo venduto 4 anni fa per 67 milioni, a meno di un clamoroso rifiuto del brasiliano nella notte.
Le scorse volte l’arrivo del Fiscalista Spagnolo decretava la fine del mercato, con Kakà che non tornava al Milan e con la maglia numero 22 indossata dal giocatore preso all’ultimo secondo utile, come Nocerino nel 2011 e Bojan nel 2012.
Ma come nelle fiabe a lieto fine, all’ennesimo tentativo, l’errante (che sia “girovago” o il participio presente di “errare” decidetelo voi) Galliani sembra riuscire a sconfiggere il nemico Fiscalista e a riportare Ricky a casa, dando ad Allegri il trequartista che gli permetterebbe di utilizzare quel 4-3-1-2 tanto caro a Berlusconi.
In ogni caso, non è calciomercato se non finisce con l’intrigo Milan-Kakà, capace di oscurare, come quei film che rivedi per l’ennesima volta, anche l’attualità della seconda giornata di campionato di Serie A, mai così bella come quest’anno.
Ma, personalmente, i bei film, per quanto interessanti, dopo due o tre volte iniziano a stancarmi.
Svegliatemi quando il calciomercato sarà finito, che c’è un campionato da guardare.