Con il campionato appena iniziato, MP ha sentito in esclusiva Luca Serafini, scrittore e noto giornalista Mediaset. Ipotesi sull’andamento della serie A, dal vertice alle lotta alla retrocessione, passando per la complicata situazione in casa Milan e il momento difficile del calcio italiano.
Questa l’intervista completa:
Ciao Luca. Cominciamo con le “sette sorelle” della serie A. In base al mercato fatto sino a ora che, ricordiamolo, chiude ufficialmente il 2 settembre, secondo te chi ha maggiori margini per far bene?
Rimane la Juve. Era già molto strutturata e ha aggiunto qualcosa di importante nei settori in cui latitava, difesa con Ogbonna e attacco con Tévez e casomai Llorente.
Mi soffermerei sulle tre squadre che hanno subìto il cambio panchina, e quindi rivoluzioni in ambito tattico e “caratteriale”: Napoli, Inter e Roma. Che idea hai su Benítez, Mazzarri e Garcia?
La sensazione a pelle è che siano le persone giuste al posto giusto. Allenatori di esperienza, coraggiosi, tenaci, ambiziosi. Queste sono le cose che li accomunano.
Le neo promosse si stanno muovendo parecchio sul mercato. Il Sassuolo ha fatto una campagna acquisti oculata. L’Hellas Verona si affida a un redivivo Toni, il Livorno al neo acquisto Emeghara. Chi rischia di perdere la permanenza in A?
Brutta domanda. Il Sassuolo rischia per inesperienza, qualche insospettabile come Bologna o Cagliari potrebbe soffrire. Per il resto sarà una bella lotta anche laggiù lontano dal vertice.
Si parla di crisi del calcio italiano, di top player che fuggono all’estero. Quest’anno abbiamo perso nomi come Cavani, Jovetić, Lamela, ma abbiamo guadagnato gente come Tévez, Gómez e Higuaín. Tendenza che sta cambiando? E secondo te chi tra questi 3 nomi, in base alle caratteristiche e all’assetto tattico, riuscirà a lasciare il segno?
Una volta avevamo Falcão e Maradona ma non avevamo bisogno di venderli per prendere anche Cerezo e Careca, questa è la differenza. In generale con Jovetić e Cavani in particolare, il nostro campionato qualcosa ha perso. Sono due grandissimi giocatori di movimenti in attacco, mentre Gómez e Higuaín sono due grandissimi centravanti puri. La Juve invece con Tévez al posto di Giovinco o Quagliarella ci ha guadagnato, il Milan bisogna aspettare: Boateng era in vacanza da 2 anni, cessione giusta e chiunque arrivi al posto suo potrà lasciare il segno semplicemente impegnandosi un po’. Direi Tévez.
Parliamo di Milan. Diciamo la verità: non è stato un mercato esaltante quello rossonero. Prima Tévez rincorso e poi abbandonato, poi Ljajić, e infine la saga infinita del caso Honda. E ora Matri, ennesimo acquisto in un reparto assortito. Premesso che le priorità sono ben altre, vedi difesa e porta, secondo te perché sono anni che la società rossonera spende principalmente in attacco?
È nella filosofia di Berlusconi: ha sempre preferito i grandi attaccanti rispetto ai grandi difensori, del resto i più grandi del mondo li ha sempre avuti in squadra: prima Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini, poi Nesta e Thiago… Ma oggi un grande difensore servirebbe come il pane.
Con l’arrivo di Matri sembra scontato un cambio di modulo, dal 4-3-3 si passerebbe alle due punte, presumendo anche la necessità di un trequartista. Non si rischia di defilare ancora di più El Shaarawy in questo modo?
Il Milan aveva Balotelli e il Faraone. Niang non fa mai gol, Pazzini è infortunato e Robinho è in ciabatte da 2 anni. Matri serviva eccome, ha le caratteristiche di Pazzini, può anche giocare con El Shaarawy al fianco o Balotelli alle spalle. Problemi di Allegri, che ne ha già molti e che dovrà risolverne altri. Le motivazioni in una squadra sono fondamentali.
Sembra che in casa Milan la filosofia di vita sia ormai quella dell’accontentarsi. Lo dimostrano le parole di Galliani pronunciate giorni fa ai microfoni di Mediaset, con cui ha esplicitamente detto che il campionato è il trampolino per l’ingresso in Champions. Un po’ poco per una squadra del calibro del Milan, non credi?
Sì, lo credo eccome. Il tramonto dei grandi accompagnato e qualche volta addirittura sollecitato da Allegri, non ha avuto ricambi adeguati proprio perché non sollecitati. In più Berlusconi è chiuso a riccio per i suoi problemi personali politici, finanziari e giudiziari. È un’epoca difficile per il Milan.
Chi tra Napoli, Juventus e Milan arriverà più lontano in Champions?
Il Napoli. Grazie a Benítez.