Sarebbe bello avere qualche scatto dell’incontro di ieri di Arcore. Le facce dei presenti, le espressioni di chi in quella stanza c’era. Molti i temi caldi da affrontare, tutti maledettamente spinosi, tutti maledettamente contrastanti.
Quando il tuo capo ti convoca a casa propria spesso c’è da aver paura, soprattutto se ci arrivi con ancora l’eco delle dichiarazioni fumanti della sera precedente, sputate in faccia ai giornalisti, ma con un obiettivo diverso. Minacce che al Cavaliere non sono mai piaciute e che forse le ha prese come un attacco frontale da parte del mister.
Che Berlusconi non ami Allegri è risaputo, che Silvio voglia mettere mano e bocca quando vede i rossoneri in difficoltà è un fastidio che hanno dovuto sopportare vari allenatori passati per Milanello.
Due ore a parlare di tutto, dal presente al futuro, passando per il mercato con una spolverata di tattica. Allegri si è presentato al vertice forte di una qualificazione alla Champions conquistata, senza tuttavia incantare. Il tecnico aveva poco da proferire al meeting, silenziato e accontentato con l’acquisto di Matri era consapevole che avrebbe subito una lavata di capo per lo sfogo di poche ore prima. Era quindi pronto ad ingoiare qualche boccone amaro.
Il tecnico toscano sa che il Milan non licenzia gli allenatori, ma è tuttavia conscio che le alternative in casa rossonera ci sono, fanno pressione e hanno molto appeal sul Presidente, quindi una prima volta non è completamente da escludere. Arrivare all’incontro con le ferite ancora aperte del ko di Verona non è stato il massimo.
Per contro Berlusconi convoca il mister per sottolineare ancora una volta che è un precario e che è meglio rimettersi in riga. Silvio non digerisce il gioco di Massimiliano e non è mai stato convinto della riconferma. A quanto pare a soffiare sul fuoco del malcontento ci sarebbe Arrigo Sacchi, consigliere da sempre del Cavaliere, non certo un estimatore del tecnico di Livorno.
Ad arbitrare l’incontro un Galliani, perfetto mediatore, pronto a infilarsi nelle discussioni con le proprie idee da concretizzare sfruttando le opportunità del caso. Non deve essere stato facile ricucire lo strappo dato dal tecnico e nemmeno lenire le ferite date dalle le frustate verbali del Presidente.
Allegri ha fatto il suo, il passaggio del turno in coppa ha fatto entrare nelle casse rossonere un tesoretto importante. Lo zuccherino per lui è stato Matri, voluto dal tecnico più dei vari Ljajic e Honda. La paura di Max era capire cosa la società chiederà in cambio di questo desiderio esaudito.
Adriano ha portato Allegri da Berlusconi per mediare tra i due e rappacificare, ma anche per sfruttare l’occasione di gettare le basi per il colpo last minute. Il solito colpo di coda di Galliani a fine mercato quest’anno si chiama Ricardo Kakà. Il Brasiliano non trova spazio nel Real nemmeno con Ancelotti e con un tempismo quasi studiato a tavolino ha aperto a una cessione.
Silvio e Adriano riabbraccerebbero volentieri il figliol prodigo, convinti che l’operazione piacerà anche ai tifosi. L’unico preoccupato dalla situazione sembra essere proprio Allegri, che dovrà rivedere il proprio modulo e trovare una posizione al nuovo arrivato, subendo la cessione di Boateng allo Shalke 04 necessaria per gli equilibri tattici ed economici.
Il tecnico voleva un difensore come Astori per puntellare una difesa che ha evidenziato i suoi limiti e si ritroverà invece con una novità che per ora è un’incognita da gestire e la perdita di Boateng da metabolizzare. A preparazione finita e con il campionato già iniziato il mister si trova nella difficoltà quindi di dover ritrovare nuovi equilibri in campo e in spogliatoio.
Insomma un summit che ha regalato speranze e preoccupazioni ai tifosi, che sentono scricchiolare l’ambiente nonostante gli ultimi importanti acquisti della società. Insomma milanisti Allegri, ma non troppo.