In attesa dell’inizio delle ostilità nell’edizione 2013, ripercorriamo la storia della competizione. Dal 1954 ad oggi, la Rugby League World Cup è stata terreno di scontro fra le superpotenze del gioco e ogni settimana cercheremo di ricostruire quanto accaduto, edizione dopo edizione.
1975 Rugby League World Cup (worldwide)
Una rivoluzione. Così potremmo definire la Coppa del Mondo di rugby league del 1975, visto che per la prima volta la sperimentazione di formati e formule portò a un’organizzazione “worldwide“. Nessun paese ospitante, torneo itinerante e viaggio fra i vari paesi culla di questo sport.
Niente male, ad esser franchi, anche perché le novità non finivano qui: da 4 a 5 squadre partecipanti, con la divisione della Gran Bretagna in Inghilterra e Galles.
Nell’edizione 1975, capitano del Galles era David Watkins, un nome altisonante. Già campione di rugby union, 6 volte British and Irish Lions, 21 caps con il Galles nello stesso sport fra 1963 e 1967. Fino al 1967, col passaggio al XIII e l’esperienza nel campionato inglese con la maglia di Salford, trasferimento costato 15mila sterline. Da lì fu nazionale britannica e successivamente gallese.
Se Scozia e Galles insomma mancavano di tradizione e radicamento locale del rugby league, la possibilità che gli assi di queste nazionali lasciassero l’amatoriale rugby union per il professionismo era alta, ed ecco i gallesi presentarsi per la prima volta “da soli” alla Coppa del Mondo.
La manifestazione, pianificata su vari mesi oltre che su diverse località, fu inaugurata dallo scontro Francia-Galles del 2 marzo. Allo Stade Municipal di Touluse, attuale casa della squadra di calcio, lo scontro tra Chanticleers e Dragons vide i padroni di casa prevalere 14-7, davanti a 7.500 spettatori.
Il 16 marzo, Inghilterra e Francia si scontrarono a Leeds e per i francesi fu una severa lezione: Gran Bretagna o no, gli inglesi erano ossi duri e il 20-2 finale parlava da sé.
Con il torneo in pausa sino all’estate, Australia e Nuova Zelanda inaugurarono i propri sforzi sfidandosi a Lang Park, Brisbane: 12mila presenze registrate, Kangaroos infermabili e vincenti con 28 punti di scarto (36-8). Ma il vero shock del torneo lo avrebbe regalato la seconda tappa australiana del mondiale, nell’indimenticabile partita del 10 giugno: il Galles sorprese l’Inghilterra 7-12! Le mete di Sullivan (campione del mondo 1972 con i Lions…) e Treasure (Oldham) bastavano a battere il XIII di coach Murphy, insieme naturalmente ai calci del già citato Watkins.
Il 28 giugno, Australia e Inghilterra impattavano nel match clou, giocato a Sydney: viene da pensare a cosa avrebbero fatto inglesi e gallesi se ancora assieme. Anche perché lo stesso giorno il Galles diede filo a torcere alla Nuova Zelanda, vincente ma di poco (13-8).
Baracche e burattini tornavano in Europa in settembre, allorché Warrington vide l’Inghilterra vendicarsi e battere il Galles 16-22. Decisive le marcature di Fielding, Holmes e Hughes, oltre che i calci di Fairbairn. Tutto questo in attesa di Nuova Zelanda-Australia al Carlaw Park di Auckland, dove i vicecampioni iridati si sarebbero imposti di 16 lunghezze (8-24).
Pioggia di mete inglesi l’11 ottobre, con la Francia travolta 2-48 e certo diversa da quella capace di impattare con i Kiwis sei giorni dopo (12-12). Se il Galles nulla poteva con i Kangaroos a Swansea (-12), l’Inghilterra cementava la classifica con il 27-12 alla Nuova Zelanda.
Successivamente, passeggiata australiana a Perpignan sui francesi, vittoria inglese sulla stessa Australia 16-13 in quel di Wigan. I primi di novembre significarono successo (storico) del Galles sulla Nuova Zelanda (25-24) e commiato amaro dei Tricolores contro gli stessi Dragons (23-2).
Quanto alla formula, essa fu estremamente dispendiosa sul piano fisico e strutturale, creando un calendario internazionale lungo un anno intero. Vero che i Kangaroos si laurearono campioni del mondo grazie alla miglior classifica, ma per eliminare le ambiguità un “Final challenge match” fra le due superpotenze fu organizzata in fretta e furia a Headingley (Leeds): 25-0 il finale, a conferma del titolo iridato dell’Australia.
I CAMPIONI:
Chris Anderson, Canterbury-Bankstown
Arthur Beetson, Eastern Suburbs
Ray Branighan, Manly-Warringah
John Brass, Eastern Suburbs
Ron Coote, Souths
Mick Cronin, Gerringong
John Donnelly, Western Suburbs
Graham Eadie, Manly-Warringah
Terry Fahey, Wellington
Denis Fitzgerald, Parramatta
Bob Fulton, Manly-Warringah
Mark Harris, Eastern Suburbs
Ray Higgs, Parramatta
John Lang, Eastern Suburbs
Graeme Langlands, St George
Ian Mackay, Eastern Suburbs
Allan McMahon, Balmain
John Mayes, Eastern Suburbs
John O’Neill, Souths
John Peard, Eastern Suburbs
Tim Pickup, Eastern Suburbs
Greg Pierce, Cronulla-Sutherland
George Piggins, Souths
Lew Platz, Wynnum Manly
Jim Porter, Parramatta
John Quayle, Parramatta
Terry Randall, Manly-Warringah
Tom Raudonikis, Western Suburbs
Johnny Rhodes, Wynnum Manly
Steve Rogers, Cronulla-Sutherland
Paul Sait, Souths
Ian Schubert, Eastern Suburbs
Gary Stevens, Souths
Ross Strudwick, Fortitude Valley
Greg Veivers, Souths Magpies
David Wright, Past Brothers
Puntate precedenti:
Storia del rugby league: la Coppa del Mondo 1954
Storia del rugby league: la Coppa del mondo 1957
Storia del rugby league: la Coppa del Mondo 1960
Storia del rugby league: la Coppa del Mondo 1968
Storia del rugby league: la Coppa del Mondo 1970
Storia del rugby league: la Coppa del Mondo 1972