Il Riviera di Romagna è sempre più “estero”

Si vede che in Romagna il famoso detto “non c’è due senza tre” lo conoscono bene, soprattutto al Riviera di Romagna, dove, dopo la Mendes e la Garcia, arriva la terza straniera.

Si tratta di Krista Cellucci, canadese di chiare origini italiane (padre di Frosinone e madre di Catanzaro), 173 centimetri di altezza per 62 kg, centrocampista classe 1990 col vizio del gol che arriva al Riviera dopo 4 stagioni disputate vestendo la maglia del Wilfrid Laurier University Varsity Soccer (con la quale ha vinto l’ultimo campionato) mettendo a segno 18 reti in 27 gare.

La Cellucci non vede l’ora di iniziare, come lei stessa dichiara:

Krista, come conosce il campionato di calcio femminile serie A Italiano? 
“Diciamo che essendo Canadese, ma originaria dell’Italia seguo con passione sia la squadra nazionale Canadese, che quella Italiana e così è stato anche durante gli ultimi Europei giocati in Svezia: sono estremamente orgogliosa delle mie origini italiane e poter giocare in Europa, soprattutto in Italia è sempre stato il mio sogno e finalmente tra poco si realizzerà con l’inizio dell’avventura con la Riviera di Romagna”.
Com’è venuta a conoscenza della Riviera di Romagna?
“Di recente ho avuto il piacere di visitare l’Italia, sono stata a Bologna, molto vicino a Cervia, perché avevo il desiderio di visitare questa bellissima città: la Riviera di Romagna l’ho conosciuta raccogliendo informazioni su YouTube riguardanti il campionato di serie A femminile e mi sono ‘innamorata’ dei vostri colori, che mi hanno dato entusiasmo e speravo anch’io un giorno di poter indossare la vostra divisa”.
Ci parli un po’ di lei: quali sono le sue principali caratteristiche di gioco? 
“Nelle ultime quattro stagioni ho giocato con la squadra dell’Università di Laurier in Canada, in un campionato molto competitivo che mi ha dato la possibilità di viaggiare molto e giocare in luoghi differenti. Ho iniziato la mia carriera come attaccante e ho avuto la possibilità di segnare diversi gol grazie ad un tiro molto potente, che negli anni ho cercato di perfezionare con maggiore precisione, mentre nelle ultime due stagioni il mio allenatore mi ha schierato come laterale di destra di centrocampo per sfruttare la mia velocità e la mia capacità di mettere in condizione le compagne di andare in gol, visto che l’obiettivo principale di una squadra è essere unita: amo ascoltare le opinioni degli altri e credo che questo sia importante per far parte di una squadra”.
Cosa si aspetta da questa nuova esperienza calcistica in Italia? 
“Mi aspetto un elevato livello di concorrenza ed è quello che desidero di più e so che mi attende un’importante esperienza: so che giocherò insieme e contro a grandissime calciatrici e sono contenta di potermi mettere alla prova contro di loro. Mi aspetto anche un ritmo di gioco veloce, con tante giocatrici di talento: spero di imparare tanto dalle mie nuove compagne di squadra e dallo staff tecnico perché so che avranno una nuova prospettiva sul gioco che voglio intraprendere”.
Ha seguito gli ultimi campionati Europei giocati in Svezia? Cosa ne pensa della crescita del calcio femminile a livello Europeo? 
“Ho seguito i campionati Europei giocati in Svezia e penso che il calcio femminile stia percorrendo una strada molto positiva, anche se credo ci sia spazio per migliorare: ho avuto un’esperienza calcistica in Inghilterra ed ho notato che il calcio maschile era molto più importante rispetto al calcio femminile, tanto che io le mie compagne di squadra spesso abbiamo avuto la sensazione di non essere gradite. Credo che l’Europa abbia idee molto tradizionali su quello che le donne dovrebbero fare nella loro vita, mentre le calciatrici europee vogliono cambiare questa situazione, incoraggiando altre donne ad essere autonome ed a fare quello che vogliono, senza pensare a ciò che altre persone pensano di loro e questo concetto non vale solo per il calcio o altri sport, ma anche nella vita: per questo ammiro tantissimo le giocatrici professioniste di calcio femminile in Europa, perché fanno ciò che amano e lo fanno per sé stesse e per ispirare anche gli altri e questo è il motivo per cui il calcio è molto di più, non è solo un gioco”.

Published by
Stefano Pellone