Vincenzo Nibali contro Joaquim Rodríguez. Il messinese vincitore del Giro d’Italia contro il catalano terzo classificato al Tour de France. Inutile girarci attorno, saranno loro due i principali favoriti della Vuelta a España 2013, edizione numero 68, che scatta oggi pomeriggio con una cronometro a squadre da Vilanova de Arousa e che prevede, tra le ventuno tappe, ben undici arrivi in salita con il gran finale sull’Alto de Angliru al penultimo giorno di corsa. Una Vuelta che definire dura appare quasi un eufemismo e che quindi sorriderà a un corridore che ha grande dimestichezza con le salite e, allo stesso tempo, una straordinaria capacità di recupero e di resistenza. Doti che sono le caratteristiche principali di Nibali e Rodríguez. Lo “Squalo dello Stretto“, dopo la vittoria nella corsa rosa, ha alternato periodi di riposo a preparazione in altura, tornando a correre solo a fine luglio al Giro di Polonia senza ottenere particolari risultati di rilievo e poi nella Vuelta a Burgos dove ha centrato il terzo posto con lo scopo di arrivare al meglio alla Vuelta, per tentare il bis dopo il successo del 2010 e scacciare i fantasmi del 2011 dove, dopo un Giro d’Italia concluso al terzo posto (che sarebbe diventato secondo dopo la squalifica di Contador), battagliò con gli avversari in Spagna per le prime due settimane ma crollò nell’ultima settimana di corsa. Ma il Nibali versione 2013 sembra di tutt’altro spessore e cercherà di centrare l’accoppiata Giro-Vuelta. E la sua squadra, l’Astana, sembra crederci anche di più del suo capitano, dato che ha allestito una formazione di tutto rispetto. A fianco di Nibali ci saranno i fidati Agnoli, Tiralongo e Kangert, che già sono stati eccezionali al Giro, ma anche altri due gregari d’eccezione come lo sloveno Janez Brajkovič e il danese Jakob Fuglsang, reduce dal buon settimo posto ottenuto al Tour de France. Non è da meno Rodríguez. “Purito“, che alla Vuelta ha vinto sette tappe ed è arrivato due volte terzo nel 2010 e nel 2012, proverà finalmente a centrare il bersaglio grosso dopo la beffa subita l’anno scorso da Alberto Contador. Per farlo, dopo l’ottima ultima settimana del Tour a fine luglio che gli ha consentito di salire sul terzo gradino del podio della “Grande Boucle“, ha preferito non prendere parte a nessuna corsa tra l’ultima tappa del Tour e la prima della Vuelta, scegliendo di allenarsi in altura. E la sua Katusha si prepara a dar battaglia con gli spagnoli Moreno e Losada e il nostro Giampaolo Caruso pronti a scortare il proprio capitano in salita.
Dietro i due “pezzi da novanta”, non mancano però corridori che puntano a una buona classifica, facendo anche un pensierino alla maglia rossa di Madrid. In primis, i due “mastini” spagnoli: Alejandro Valverde e Samuel Sánchez. Il primo, capitano della Movistar, ha già vinto la Vuelta nel 2009 e darà il massimo per tentare il bis, supportato da Szmyd, Intxausti e dal nostro Eros Capecchi, mentre il secondo guida una Euskaltel giunta alla sua ultima recita in un grande giro (la squadra chiuderà a fine stagione per motivi economici), avendo al proprio fianco altre “bocche da fuoco” come Nieve, Landa e Antón. Poi, i due “grandi vecchi” del pedale italico: Ivan Basso e Michele Scarponi. Il quasi trentaseienne (li compirà il prossimo 26 novembre) varesino della Cannondale torna alla Vuelta dopo il quarto posto del 2009 con la speranza di lasciare un segno in una stagione sfortunata a causa dell’ascesso perineale che gli ha costretto a saltare il Giro, mentre il prossimo trentaquattrenne (candeline il prossimo 25 settembre) marchigiano della Lampre-Merida vorrà riscattare un Giro non proprio all’altezza. Ma occhio anche al tridente di fuoco che propone la Colombia: Urán, Henao e Betancur. I primi due saranno i capitani della Sky, con Urán pronto a replicare il secondo posto ottenuto al Giro, mentre Betancur, maglia bianca di miglior giovane e quinto nella generale all’ultima corsa rosa, guiderà l’Ag2r – La Mondiale grazie anche all’ausilio dei nostri Nocentini e Pozzovivo.
Completano il quadro dei papabili per la classifica generale la coppia formata dal ceco Kreuziger e dal polacco Majka, che sarà al comando della Saxo-Tinkoff orfana del vincitore della scorsa edizione della Vuelta, Alberto Contador, lo spagnolo della Caja Rural David Arroyo, l’irlandese della Garmin-Sharp Daniel Martin, il polacco della Radioshack Robert Kiserlovski, l’austriaco della Argos-Shimano Georg Preidler, il ceco della NetApp Leopold König, la coppia della Vacansoleil-DCM formata dall’olandese Wout Poels e dal belga Thomas De Gendt, i francesi Thibaut Pinot (FDJ) e Jérôme Coppel (Cofidis). Curiosità per Bauke Mollema. L’olandese della Belkin, sesto all’ultimo Tour ma con un’ultima settimana da “incubo” dove ha gettato al vento il podio, sarà in corsa per testare i suoi limiti, soprattutto quelli concernenti gli ultimi giorni di gara, per verificare se in un futuro prossimo potrà essere corridore da podio in un grande giro. A fargli da “spalla” in questa prova, Laurens Ten Dam.
Con appena cinque occasioni per i velocisti, risulta logica l’assenza degli sprinter più forti come Cavendish, Kittel e Greipel. Proveranno a ritagliarsi un momento di gloria l’olandese Theo Bos (Belkin), lo statunitense Tyler Farrar (Garmin-Sharp), il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky), il belga Gianni Meersmann (Omega Pharma – Quick Step) e il nostro Francesco Lasca (Caja Rural), all’esordio in un grande giro. Gli altri cacciatori di tappe sono capitanati da Philippe Gilbert. A far compagnia al campione del mondo della BMC in questa particolare lista, l’australiano Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), lo svizzero Fabian Cancellara (Radioshack), lo spagnolo Luis León Sánchez (Belkin) e il nostro Diego Ulissi (Lampre-Merida).
Questi i pronostici e le voci della vigilia. Da oggi pomeriggio, ci sarà un’unica voce a essere ascoltata: quella della strada.