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(NON) PENSARE IN GRANDE – Se la scorsa stagione ci trovavamo di fronte a un cantiere aperto, per l’imminente campionato il Milan pian piano sta ritrovando una sua identità. Ma il lavoro da fare è ancora parecchio. Di solito lo smantellamento di una squadra ha delle conseguenze, non ancora del tutto assorbite in casa rossonera in questi ultimi 3 anni. Dopo uno scudetto, un secondo posto e un terzo conquistato in extremis nella scorsa stagione, non risulta ancora facile pensare in grande in via Turati. Troppi dubbi su alcuni giocatori di spicco e un mercato sino a ora soddisfacente ma poco esaltante in fatto di arrivi. In compenso partenze significative come quella di Ambrosini e Yepes hanno dato simbolicamente il via a un nuovo modo di pensare al futuro prossimo, una sorta di ricambio generazionale dovuto da tempo.

LA DIFESA – E’ senza ombra di dubbio il reparto meno convincente, nonostante l’arrivo di Silvestre dall’Inter, per sopperire all’assenza di Bonera infortunato. E’ stata a tutti gli effetti una spina nel fianco durante il campionato scorso, specialmente nei primi 3 mesi. Una linea difensiva diversa per ogni gara, con conseguente confusione e ingranaggi poco oliati. Poi l’intesa inaspettata tra Mexes e Zapata ha permesso un minimo di equilibrio. Sugli esterni invece è ancora un terno al lotto: Antonini, Abate, De Sciglio e Constant sono pedine che ruotano in continuazione, senza mai trovare un definitivo uso. E’ dalla partenza di Nesta e Thiago Silva che ci si aspetta un acquisto di spessore in questo reparto. Novità in fatto di portieri con l’ingaggio di Coppola. Ma non basta.

IL CENTROCAMPO – L’arrivo di Poli è una ventata di aria fresca nelle fila del centrocampo rossonero; le sue prime uscite nelle amichevoli estive hanno evidenziato un buon ambientamento. Capitan Montolivo dovrà gestire il tutto sapendo che ora ha anche un ritrovato aiuto, quello di De Jong.  Rimane il dilemma Boateng, e la difficoltà di Allegri nel trovargli un ruolo adatto. Idem per Emanuelson. Da sottolineare le due grandi novità di quest’anno: Cristante e Saponara. Potenzialmente ottimi, bisognerà essere bravi nel farli crescere nella maniera migliore. Muntari è una riserva DOC alla quale l’allenatore milanista non rinuncia facilmente, così come Nocerino.

L’ATTACCO – Per anni tacciata come una compagine “vecchia”, il Milan ora si ritrova l’attacco più giovane in Italia: Balotelli, El Shaarawy, Niang, e il nuovo arrivato Petagna, sono sinonimo di rischio sì, ma un rischio che ha alla base potenzialità enormi. Senza dimenticare Pazzini, ancora convalescente dopo l’operazione al ginocchio. L’inatteso rinnovo del contratto di Robinho inoltre lascia aperta la strada “dell’esperienza”: tocca solo al brasiliano cercare di rifarsi dopo un anno negativo; uno stimolo importante potrebbe essere la prossima convocazione per i mondiali del prossimo giugno.

L’ALLENATORE – Massimiliano Allegri  Allegri

Ha rischiato grosso Allegri non meno di 2 mesi fa. Stagione archiviata, e la fiducia di Berlusconi nel tecnico livornese ha continuato sempre più a vacillare. Eppure in 3 anni di panchina rossonera, Allegri non è mai sceso dal podio. Inadatto o incompreso? I suoi detrattori affermano che la vittoria dello scudetto nel 2011 sia stata solo merito di Ibrahimovic. Al contrario, chi lo stima mette in evidenza la capacità di tenere in piedi una squadra che in 3 stagioni ha subìto una vera rivoluzione, con la partenza di nomi importanti e acquisti non sempre mirati. Poco cambia però, perchè tocca ancora a lui guidare il Milan, affezionato a un 4-3-3 che regala spazio a un  gioco dinamico e votato all’attacco.

LA STELLA – Mario Balotelli  Balotelli

Con lui in campo la scorsa stagione, il Milan non ha mai perso. Balotelli è stato voluto fortemente da tutti: dirigenti, tifosi e allenatore. A gennaio, da sfegatato tifoso rossonero, ha indossato la sua maglia numero 45 e in 13 presenze ha violato la porta 12 volte. Le aspettative sul giovane attaccante, ormai titolare anche in Nazionale, sono altissime. I suoi compiti sono essenzialmente due: trovare la miglior intesa con El Shaarawy e maturare sotto l’aspetto caratteriale. Le basi ci sono, il talento non manca, e sta a lui prendere in mano l’attacco milanista.

GIUDIZIO FINALE – Sino a ora mercato mirato ma privo del colpo a sorpresa. Il Milan sulla carta ha poco da invidiare alle dirette avversarie come Fiorentina, Lazio, Roma, Inter e Napoli. Tutto sta nel mettere in pratica un impianto collaudato di individualità di spessore. Lo scudetto pare ancora una faccenda riservata alla Juventus, ma perseguirlo non sarebbe un delitto. Obiettivo primario però rimane il piazzamento in Champions League. Definirlo obbligatorio è un eufemismo.