Milan, Balotelli: “Voglio combattere il razzismo e diventare il più forte”

Torna a parlare di sé Super Mario Balotelli e lo fa con una maturità veramente incredibile. La stella rossonera ha rilasciato una bella intervista a Sport Illustrated che è stata trattata anche da Milannews.it. Balotelli ha trattato molti punti passando dal razzismo al rapporto con i suoi genitori, dal Milan al Manchester City, dalla politica al sogno Mondiale di Brasile 2014. Queste le dichiarazioni di Mario Balotelli:

“Non mi piace molto la politica ma penso che Obama sia un grande uomo. Può essere una nuova stella per tutti. È stato ed è il primo presidente degli USA di colore. Quattro anni fa ero venuto in vacanza a New York e nessuno mi riconosceva per strada. Adesso invece tutti mi fermano, mi chiedono una foto o un autografo. Non si può cancellare il razzismo così. Il razzismo è come le sigarette: non smetti di fumare se non lo vuoi veramente. Non si può fermare il razzismo se le persone non lo vogliono veramente. Ma io farò tutto quello che mi è possibile per provare a fermare questa piaga. A livello sportivo lavoro per essere il miglior calciatore del Mondo. Il Mondiale è un sogno”.

“I miei genitori sono fondamentali per me. Con tutti i sacrifici che hanno fatto per me nel passato, il minimo che posso fare è regalargli delle belle emozioni. Se lo meritano. A loro dico tutto, ma proprio tutto, di quello che mi succede. Credo che senza di loro non sarei mai diventato un giocatore di calcio. Se faccio qualcosa di spettacolare nel mio lavoro e faccio degli errori come persona, loro non sono contenti. Perché loro vogliono che loro figlio sia prima un uomo e dopo un grande giocatore. Brescia è casa mia, è il posto in cui andrò a vivere il giorno in cui smetterò di giocare a calcio. Quando sono a Brescia mi rilasso. Quando sono andato al Manchester City sono partito che ero un ragazzo e sono tornato in Italia, al  Milan, cresciuto. Un uomo”.

“Contro il Verona spero che non succeda nulla a livello di razzismo. Se lo faranno? Cercherò di segnare con tutta la forza che avrò in corpo. E quando segnerò, beh li dirò qualcosa. Se dovesse succedere un episodio di razzismo nei miei confronti non lascerò il campo. Se i giovani mi considerano un modello, allora questo diventa per me una grande responsabilità. Che rapporto ho con il Presidente Berlusconi? Ogni tanto ci parliamo. Non è una cosa costante. Ci sentiamo di rado”.