C’eravamo lasciati tre mesi fa con Milan e Fiorentina a contendersi il terzo posto all’ultima giornata; un piazzamento importante per ottenere un posto utile per entrare nell’elite del calcio europeo. Alla fine furono i rossoneri a spuntarla in extremis in quel di Siena, mentre i viola si dovettero accontentare di ritornare in Europa della porta secondaria e qualche polemica rovente a conclusione di una ennesima stagione ricca di veleni.
Si riparte questa settimana con le due squadre impegnate nei rispettivi turni preliminari; l’urna non è stata troppo benevola nei confronti del Milan che è andato a pescare il PSV Eindhoven, la squadra che tutti gli addetti ai lavori avrebbero voluto evitare alla vigilia del sorteggio. Pensi Eindhoven e il pensiero va verso Ruud Gullit, uno dei fondamenti di una squadra rossonera che vinceva in Europa e nel mondo e faceva divertire; un tempo in cui erano le italiane le squadre più temute sia in Coppa Campioni che in Coppa Uefa e la nostra serie A era il ritrovo dei principali campioni. Tempi andati che speriamo di rivivere in futuro.
Tra qualche giorno ci sarà il debutto della Fiorentina di Vincenzo Montella, un esordio assoluto per una squadra che quest’anno vuole confrontarsi con il doppio impegno campionato-coppe europee. L’avversario sarà il Grasshopers Zurigo, una squadra ampiamente alla portata, ma sono i ricordi in questo caso a essere negativi. Già, perché nei tifosi gigliati è ancora viva l’amarezza per quella sconfitta maturata a tavolino all’Arechi di Salerno quando una bomba carta lanciata da un folle in tribuna regalò la qualificazione agli svizzeri, rovinando la stagione europea dei viola.
Si torna dunque in campo per completare il tabellone della fase a gironi con l’Italia obbligata a risalire il ranking europeo. I tempi duri per i club italiani proseguono tra rose non competitive al 100%, avversarie sottovalutate e il disinteresse verso una competizione come l’Europa League, figlia della cara Coppa Uefa. Per il calcio italiano si sente la necessità di una sterzata netta per tornare alla pari degli altri, ma il compito non appare facile. Gli interessi diversi dei singoli club e anche un confronto con realtà economicamente più forti non ci permettono di guardare con ottimismo al futuro. Il mondo del pallone deve ripartire e per farlo è necessario riunirsi a tavolino e trovare soluzione a quella serie di problematiche che frenano la crescita del calcio nostrano.