Partiamo da una squadra che ha vinto gli ultimi due campionati di fila. A questa aggiungiamoci un top player come Tevez, un ottimo giocatore come Llorente, un buonissimo difensore come Ogbonna e un Pogba cresciuto e maturato dopo la vittoria del Mondiale under 20 con la sua Francia.
Risultato? Una squadra che ha aumentato la già grande distanza che la separava dalle altre e che ha una panchina degna delle big d’Europa, con l’ex capitano del Torino, l’ariete spagnolo, Matri, Quagliarella, Giovinco e uno tra Marchisio e il giovane talento francese che si accomoderanno di fianco a Conte, a meno di una o due cessioni nel reparto avanzato.
Un livello troppo alto per tutte, anche per il nuovo Napoli di Benitez, per il Milan di Balotelli, per la pur rafforzata Fiorentina di Montella o per la neonata Inter di Mazzarri. Figuriamoci per questa Lazio che ha delle pecche evidenti nel reparto arretrato e che a inizio secondo tempo nel giro di cinque minuti ha capitolato per ben tre volte, uscendo sconfitta con un pesante 4 a 0.
Se a tutti questi ingredienti aggiungiamo la carica del suo allenatore, vero dodicesimo uomo in campo per la Juventus, ecco che abbiamo una squadra che rischia davvero di fare il vuoto in campionato, provando a fare ciò che Barcellona e Bayern Monaco hanno fatto nella passata stagione nella Liga e nella Bundesliga.
Dovesse riuscirci, gli uomini di Conte potrebbero davvero puntare anche alla Champions, non avendo la preoccupazione della Serie A.
Il tempo ci dirà se le promesse di ieri sera all’Olimpico verranno mantenute nel corso della stagione. Forse l’unica “pecca” (se così si può chiamare) è la linea difensiva a cinque uomini in fase di non possesso, un po’ troppo attendista per una squadra che vuole essere protagonista anche in Europa.
In Italia è un sistema di gioco vincente e collaudato, ma basterà per la coppa dalle grandi orecchie?