Serie A 2013/2014: Cagliari

VERSO CASA – È il viaggio che conta, non tanto la destinazione. Citazione abusata ma spesso valida, forse non per il Cagliari, che di una destinazione fissa ha bisogno. La stabilità infrastrutturale è un imperativo categorico, anche perché un altro campionato di massima serie all’insegna della transumanza potrebbe essere fatale: Quartu, Parma, Trieste e … Cagliari! Questa sembra la soluzione ideata, a metà fra provvedimento tampone e soluzione a medio termine, dal nuovo compromesso fra club e amministrazione comunale, in un viaggio verso casa (forse) perfetto per il 2013-2014. Facile ma inutile parlare di moduli, schemi di gioco, obiettivi di mercato e siffatti argomenti: è seriamente il caso di riprendere a giocare in casa le spettanti 19 gare casalinghe, fare incassi decenti e godersi un bel bagno di folla. Detto che risolvere la questione stadio porta in dote almeno una decina di punti, sugli altri fronti Massimo Cellino ha scelto la continuità: poche novità nella rosa, conferma di Pulga e López (sebbene con inversione dei ruoli), mercato da cicala e non da formica. Con una fissa dimora, la metà sinistra della classifica non è così lontana. A patto di evitare voli pindarici e illusioni invernali.

LA DIFESA – Partono o no i pezzi da novanta? All’atto della stesura di questo articolo, il mercato è aperto e sembra proprio che Astori vestirà la maglia del Napoli. L’impressione è che il Cagliari abbia i numeri per rimediare alla partenza del difensore dell’Italia. Qualche amnesia di troppo i tifosi isolani se la ricordano, e chissà che Marios Ikonomou non si possa rivelare un colpaccio in prospettiva. Il mezzo milione investito nell’ex Giannina non copre un’urgenza ma programma il da farsi con l’etica della cicala di cui sopra: in questi casi non c’è via di mezzo fra flop e colpaccio. L’ambiente è quello giusto per emergere, anche grazie al chilometraggio e l’esperienza accumulati da Rossettini e compagni.

CENTROCAMPO – Tutto è passato e passa attorno a Radja Nainggolan, ormai una stella del campionato di Serie A. L’ex Piacenza, che a Cagliari si è sistemato anche nella sfera privata e al mare e l’atmosfera isolani è affezionato, ha riempito fiumi d’inchiostro sulle colonne dei quotidiani italiani, perché a radiomercato un calciatore così completo e pratico non sfugge mai: se il Cagliari ha una debolezza, questa non è nel reparto nevralgico, una garanzia a certi livelli. Neanche Ekdal, Dessena e compagnia cantante mancano di affiatamento e curriculum, con i veterani Cossu e Conti ciliegina sulla torta di un club che è anche un po’ una grande famiglia. Centrocampo muscolare ma tecnico, duttile ma solido.

ATTACCO – Qualche novità c’è stata: Thiago Ribeiro, brasiliano mai capace di stupire e far stropicciare gli occhi, ha riguadagnato la via di casa tornando in patria (sponda Santos) e la piazza non piangerà. Diverso naturalmente lo status di Ibarbo, che per velocità ed elasticità dell’impiego era ed è nel taccuino dei ds di mezzo campionato: dovrebbe rimanere, perché quello col Cagliari è il matrimonio perfetto. Nella città e nella squadra di Gigi Riva e Gianfranco Zola, mai una punta scriverà davvero la storia ma il colombiano è una sicurezza e può davvero essere il suo anno. Chiamato alla conferma Sau, che non vuole essere un fuoco di paglia, mentre a Nené serve superare la sensazione di impotenza degli ultimi tempi. Ultima chiamata anche per Pinilla, lontano dai fasti di un tempo.

L’ALLENATORE – Diego Lopez

 

 

 

 

 

Nativo di Montevideo ormai sardo per adozione, del Cagliari è stato capitano e baluardo difensivo fra A e B. Già nazionale dell’Uruguay, è al primo anno da capo allenatore, anche se in molti lo consideravano il leader del sodalizio con Ivo Pulga già nel 2012-2013. Tatticamente impeccabile, il successore di Maurizio Ficcadenti ha portato pragmatismo e lettura delle partite in un gruppo precedentemente poco a suo agio. Amico dei giocatori ma severo quando serve, è al vero test di maturità in carriera: la sensazione è che ce la farà, magari con l’aiuto della stabilità circa lo stadio di casa.

LA STELLA- Marco Sau

 

 

 

 

 

Se Nainggolan è fondamentale, altrettanto decisivo è Marco Sau. L’uomo di Tonara, località in provincia di Nuoro famosa per la produzione di torrone, ha impressionato al primo anno di Serie A e vede la porta come pochi. Già nazionale azzurro, Sau vorrà essere all’altezza di un altro anno rossoblù, con in mano le chiavi dell’attacco e la responsabilità d trovare il gol con continuità. Uomini chiave anche Agazzi, Astori e Conti, per un gruppo che i senatori li ha e se li tiene stretti.

GIUDIZIO FINALE. Se a metà settimana si riprende a parlare di tattica e non di autorizzazioni e agibilità, la parte sinistra della classifica è possibile. Non ancora probabile, perché serve partire bene e vincere gli scontri diretti: una volta tenute lontane le ultime tre, il cammino sarà dolce e stimolante. Il Cagliari andrà bene se, come ogni anno, manterrà i piedi per terra e sarà ambizioso con moderazione. Ancora una volta, la cicala contro la formica: López e Pulga sanno come si fa, la Sardegna tutta è fiduciosa. L’augurio in generale è che si parli di Cagliari solo per i risultati sul campo, non per lungaggini e diatribe burocratiche: serve un 2013-2014 sereno, niente di più.

 

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Matteo Portoghese