Home » La Serie A 2013/2014: il Catania

OBIETTIVO? UN BEL PROBLEMA! – Nel film “L’Uomo ragno” il protagonista aveva in mente le sagge parole del vecchio zio “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Il parallelismo con il Catania è presto spiegato. La scalata dei rossazzurri in questi sette anni di Serie A spinge i sostenitori catanesi a desiderare sempre di più. Con uno storico ottavo posto e il profumo di Europa che ha sfiorato appena le narici dei tifosi, come farà il presidente Pulvirenti a parlare ancora di salvezza? Ciononostante la società etnea ha il dovere di domare gli entusiasmi che potrebbero ubriacare troppo l’ambiente. Quindi si comincerà come sempre a puntare alla permanenza in categoria. La rosa dei giocatori accresce anno dopo anno il proprio tasso tecnico e ad oggi i nuovi arrivi sembrano completare i reparti lasciati scoperti.

LA DIFESA – Si riparte dalla certezza Legrottaglie, Bellusci e Spolli al centro con Rolìn che scalpita per ritagliarsi il suo spazio in mezzo alla retroguardia. Ai lati l’addio di Marchese sulla corsia mancina è stato presto coperto dall’arrivo dell’argentino Luciano Fabián Monzón, ex Boca Juniors in arrivo dal Lione. Acquisto importante dal punto di vista tecninotattico ed economico. D’altronde, non ce ne vogliano i buoni Marchese e Capuano (quest’ultimo comunque valida alternativa al sudamercano), ma il Catania si era abituato molto bene fino a qualche anno fa con Juan Manuiel Vargas, e uno sfondatore di fascia come il peruviano sarebbe l’ideale per i rossazzurri. Sul laterale destro invece Alvarez mantiene il suo posto con il nuovo giovane arrivo Gino Peruzzi pronto a subentrare.

IL CENTROCAMPO – Reparto rivitalizzato. Il vuoto lasciato da Ciccio Lodi è stato colmato da due arrivi di valore come Tachtsidis, Freire e Leto. E’ soprattutto il greco comunque a rilevare la cabina di regia dal napoletano. Curiosità poi per il classe ’90 Federico Freire in arrivo dal Velez e l’ex Panathinaikos e Olimpyakos Leto, giocatore ingaggiato a prezzo di saldo causa grave infortunio occorsogli. La carica offensiva del centrocampo poi è completata dal confermato Lucas Castro, prossima plusvalenza etnea, e le vechie glorie Biagianti (da tenere sott’occhio l’interesse del Livorno) e Izco e Barrientos e Almiron.

L’ATTACCO – Arriviamo dunque al nodo cruciale della rosa etnea. Bergessio salvo clamorose afferte dovrebbe rimanere ancora tra i rossazzurri. E questo è di certo un bene. Perso Gomez e con un Maxi Lopez che rientrato dal prestito alla Samp difficilmente tornerà disponibile alla causa Catania, il vicepresidente Pablo Cosentino e Pippo Bonanno dovranno muoversi per garantire alla squadra importanti terminali offensivi a coadiuvare Bergessio.

L’ALLENATORE: Rolando Maran
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Fresco di rinnovo fino al 2015 l’allenatore ex Varese rimane a furor di popolo saldo nella panchina etnea. Nonostante i dubbi e le perplessità che inizialmente i tifosi avevano il tecnico terntino è riuscito a convicere tutto l’ambiente portando il Catania al record di punti. Bravo a non stravolgere l’assetto tattico della squadra Maran ha le idee chiare in accordo con la società su come mandare in campo la squadra. Un Catania camaleontico a partita in corso, che comunque non rinuncia al gioco veloce sulle fasce e alla punta centrale di riferimento.

LA STELLA: Lucas Nahuel Castro
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L’appellativo forse sarà un poco forzato. Diciamo pure che è una “stella promessa”, l’erede di Alejandro Gomez. I numeri ce li ha e li ha fatti vedere. Adesso la nuova stagione sarà il banco di prova per dare mostra di sè ed essere l’uomo in più nell’undici catanese. Con un passato nella massima serie argentina, tra Gimnasia La Plata e Racindìg Avellaneda, il ventiquattrenne è pronto a fare la differenza tra gli etnei.

GIUDIZIO FINALE –  Dopo l’addio di Pietro Lo Monaco la dirigenza nella società etnea ha subìto tante variazioni. Quest’anno si riparte con il vice presidente Pablo Cosentino affiancato dal direttore Bonanno due uomini di assoluta esperienza nel calciomercato e che già hanno di fatto creato una solida rosa di giocatori. Il Catania ha da sempre dimostrato di poter ragiungere obiettivi prefissati, col sudore e sacrificio e di potersela giocare con tutti. Con gli innesti di valore giunti in terra etnea ci sono tutti i presupposti per confermarsi all’appellativo di piccolo Barcellona o, se preferite, grande Catania.