Home » Esclusiva MP – De Rose: “Salerno merita la B. Stiamo bruciando le tappe, non ci vogliamo fermare”

Esclusiva MP – De Rose: “Salerno merita la B. Stiamo bruciando le tappe, non ci vogliamo fermare”

Tutto ebbe inizio dalla fine. La fine di una partita, la fine di un sogno, la fine di una società. Quando la finale playoff del giugno 2011 tra Salernitana e Hellas Verona sancì la promozione dei veneti in Serie B per i granata iniziò una nuova era. La sconfitta sportiva, il fallimento, la rinascita grazie alla coppia Lotito-Mezzaroma, che prese la squadra dalla Serie D con il dichiarato intento di riportarla entro breve tempo nel calcio che conta.

Di tutto questo, del campionato appena finito, di quello che verrà e del futuro della Salernitana ci ha parlato Rodolfo De Rose, segretario generale dei granata, in un’intervista esclusiva che ci ha concesso a Sapri, piccola cittadina sul mare situata proprio in provincia di Salerno.

Segretario De Rose, partiamo dalla stagione scorsa: appena saliti in Seconda Divisione ma con l’obiettivo di vincere il campionato da neo promossa. Obiettivo ampiamente raggiunto, no?

“Sì, senza dubbio. Ma la stagione non era assolutamente iniziata nel migliore dei modi. Un punto nelle prime tre partite, ultimi in classifica, la squadra che non girava. Eravamo entrati in una situazione difficile e da cui solitamente non è facile uscire”.

Poi cos’è successo?

“La società ha preso una decisione forte, ma necessaria: cambiare la guida tecnica. Da quando è stato effettuato il cambio in panchina è iniziata la cavalcata trionfale della Salernitana, che ha portato anche a una serie di record: record di vittorie in casa, record di vittorie consecutive, record di punti. Oltre ovviamente alle vittorie del campionato e della Supercoppa. Abbiamo raggiunto, quindi, tutti gli obiettivi nonostante l’handicap iniziale dell’unico punto fatto in tre partite”.

E arriviamo alla stagione che sta per partire. L’ultimo campionato prima della unificazione delle due divisioni di Lega Pro in un’unica grande serie divisa in tre gironi. Il vostro girone di Prima Divisione non appare semplicissimo, il Lecce sembra di un’altra categoria.

“Il Lecce è sicuramente una buona squadra, ma non è l’unica. Nel nostro girone ci sono anche formazioni come Frosinone, Perugia, Benevento. Sono tutte squadre che possono ambire alla promozione in Serie B e che credo si daranno battaglia fino alla fine”.

Oltre alla Salernitana, no? L’obiettivo della società è quello, sembra chiaro.

“L’obiettivo è fare un campionato di vertice. Nella testa di tutta la società, a partire dalla proprietà fino ad arrivare ai giocatori, il pensiero e la speranza di poter salire subito in Serie B c’è, è inutile negarlo. Bisogna, senza dubbio, stare con i piedi per terra e fare un passo alla volta, ma Salerno vuole la B”.

Ecco, Salerno. Una piazza calcistica importante. Quanto manca il “calcio che conta” ai tifosi e alla città?

“Tanto, tantissimo. Partendo dal presupposto che la Lega Pro è comunque un campionato competitivo con squadre importanti, credo che il campionato che più si addice a una città come Salerno sia la Serie B. La città si è ritrovata anche in Serie A, non dimentichiamolo, e l’ha fatta degnamente, sempre con un grande pubblico allo stadio Arechi a fare da cornice. Diciamo che la Salernitana in Lega Pro è paragonabile alle grandi squadre come Juventus, Milan o Inter in Serie A, ossia una delle squadre più blasonate, con più storia alle spalle, più tifosi e più passione. Nonché più pressione da parte dei media e dei tifosi stessi, che come unico obiettivo hanno la vittoria”.

Impossibile, quindi, pensare a un campionato di transizione per i granata.

“Esatto. A Salerno bisogna sempre pensare di fare un campionato di vertice. Il girone sarà agguerrito, non sarà semplice, ma la volontà c’è. La stagione è lunga, possono succedere tante cose e nel calcio non sempre vince la squadra più forte sulla carta. E, in caso di passi falsi o passaggi a vuoto delle altre, la Salernitana ci sarà sicuramente”.

L’acquisto di Pasquale Foggia va in questa direzione. Un giocatore che, se in forma, può spostare gli equilibri in una categoria come la Lega Pro.

“Sicuramente. Ma non è l’unico buon giocatore che abbiamo in rosa, forse solo quello più conosciuto. Abbiamo Volpe, abbiamo Grassi che l’anno scorso è stato il capocannoniere del nostro girone in Seconda Divisione ed è stato votato come miglior giocatore del torneo da tutti gli allenatori. Si presume che, quindi, anche in Prima Divisione possa fare la differenza e possa affermarsi come giocatore di alto livello.
E sentirete parlare di Nalini, che arriva dalla Virtus Vecomp Verona, con cui ha vinto i playoff di Serie D nella passata stagione”
.

Sono previsti altri rinforzi da qui all’inizio del campionato o la rosa soddisfa le esigenze di società e allenatore?

“Può darsi che arrivi qualche altro giocatore, il mercato dura fino al 2 settembre. Quello che è sicuro è che la proprietà vuole costruire una squadra di alto livello fin da subito”.

Avere Lotito tra i proprietari della società permette anche di attingere dal vivaio della Lazio, fresco vincitore del campionato Primavera, tra l’altro.

“Inevitabilmente l’ossatura della Salernitana ha delle componenti biancocelesti, è già qualche anno che prendiamo dei giovani dal vivaio laziale. Iannarilli è con noi da tre stagioni, Luciani, Tuia, Zampa arrivano tutti da Formello. In estate abbiamo preso anche Mendicino, l’anno scorso avevamo in rosa Perpetuini, che ora è tornato a Roma. Diciamo che una buona metà della nostra rosa è formata con ragazzi cresciuti nel settore giovanile della Lazio, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere tra i migliori — se non proprio il migliore — in Italia”.

Chiudiamo guardando al futuro. In quanti anni la Salernitana tornerà ai fasti di un tempo? L’obiettivo qual è?

“Quando ci fu la pubblica acclamazione dei tifosi per Lotito e Mezzaroma nell’aula del Palazzo di Città nel giorno della rilevazione della società, la proprietà disse “in cinque anni riporteremo la Salernitana in Serie B”. Ne sono passati due e siamo ritornati dove la squadra era finita, a quel playoff di Prima Divisione perso contro l’Hellas Verona davanti a 35 mila persone. Secondo le promesse fatte ci sarebbero altri tre anni per tornare in Serie B, ma siccome finora abbiamo bruciato le tappe, perché fermarci adesso?”