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Agosto, calcio mio non ti conosco. Mentre le amichevoli estive, un po’ gonze e per loro natura superflue, nonostante l’apparato mediatico che comunque le circonda, ci restituiscono l’immagine di squadre battute quando non umiliate dal City, dal Chelsea, dal Real Madrid o dallo Sporting Lisbona, laddove invece si è gareggiato davvero, ben altre soddisfazioni sono arrivate dalla cronaca rosa sportiva, in un’estate 2013 che vede le cronache nere tragicamente segnate da episodi che, magari con un neologismo un po’ sui generis, sono stati definiti “femminicidio”.
E forse potrebbe aiutare a promuovere un cambiamento culturale – nel 2013, sarebbe anche ora – dare risalto anche all’immagine di quelle atlete, che, spesso superando difficoltà capaci di atterrire i più, sono state capaci di raccontare storie sportive di universale valore esemplare.
Si potrebbe partire da Martina Grimaldi, oro nella 25 km di fondo, ai recenti Mondiali di Nuoto di Barcellona. Una gara stremante, autentica maratona in mare, resistendo magari anche alle meduse – come era capitato alle Olimpiadi londinesi, che avevano visto la Grimaldi urticata finire in barella – per poi sprintare dopo tanta distanza, sbracciando addirittura al fotofinish. Un’impresa che contiene i segni della tenacia, della forza e della determinazione, e che meriterebbe di essere ricordata a lungo.
Ben altra fama e notorietà già circondava Federica Pellegrini, talentuosa atleta che malgrado un allenamento rarefatto, grazie alla propria classe è riuscita ancora una volta a salire sul podio, con l’argento arraffato nei duecento stile libero. A riprova dell’importanza di coltivare sempre il proprio talento.
Tania Cagnotto invece è da anni abituata a competere con le migliori atlete del mondo, nella specialità dei tuffi e ha saputo dimostrare, con due argenti dal trampolino, che, anche senza salire sul gradino più alto, la determinazione e la perseveranza premiano comunque una storia sportiva comunque sempre vissuta ai massimi livelli.
Dalle piscine alle pedane, ai mondiali di scherma, ancora una volta le fiorettiste hanno brillato sia come squadra – tanto da meritare l’appellativo di Dream Team – che singolarmente. La nuova stella Arianna Errigo, Elisabetta Di Francisca, Carolina Erba e il monumento vivente, Valentina Vezzali, hanno rinnovato la tradizione della scuola italiana nel mondo.
Ai mondiali di atletica di Mosca invece, la traballante spedizione italiana, da anni in crisi di vocazione, ha potuto fregiarsi della medaglia d’argento vinta nella maratona da Valeria Straneo a 37 anni, dopo l’asportazione della milza. Senza dimenticare il sesto posto di Emma Quaglia, talento dell’atletica, che ha ottenuto un risultato straordinario, considerando i seri problemi di tiroide contro i quali ha prima di tutto dovuto confrontarsi.
E non dimentichiamoci di quelle atlete che solitamente vengono menzionate solo durante le competizioni olimpiche: negli Europei di tiro, l’olimpica Jessica Rossi ha sbaragliato la concorrenza negli europei di tiro al volo, oro e record mondiale nel trap. Senza sbagliare un colpo.
Oro europeo nello skeet anche, per la tiratrice Chiara Cainero, incinta al quinto mese.
Tante belle storie, quindi, legate alle atlete italiane. Loro, quest’estate, hanno fatto sul serio. Come sempre, del resto, per chi non se ne fosse accorto.